«Più tasse e investimenti» La sterzata a sinistra di Hillary che teme il socialista Sanders
Oggi la presentazione del programma economico a New York
al fallimento della Lehman Brothers e alla crisi del 2008.
La candidata democratica è convinta di potere tenere tutto insieme con una proposta articolata in sei punti. Primo: aumento degli investimenti pubblici nelle grandi infrastrutture, nell’energia rinnovabile, nella ricerca medica. Secondo: riduzione delle tasse per le piccole imprese e le startup. Terzo: aumento delle imposte per la fascia più ricca dei contribuenti, in particolare il famoso 1%, bersaglio del gruppo antisistema «Occupy Wall Street» nel 2011. Quarto: incentivi per far crescere il tasso di partecipazione al lavoro, con particolare attenzione all’impiego femminile. Quinto: incremento del salario minimo, oggi fissato a 7,25 dollari a livello federale, ma variabile da Stato a Stato. Sesto e ultimo: avviare la compartecipazione dei lavoratori ai profitti.
Come si vede un repertorio che comprende alcune misure classiche per la sinistra, gli investimenti pubblici, e altre più innovative, almeno per gli Stati Uniti, come il «profit-sharing» tra imprese e dipendenti. In questo modo Hillary Clinton punta a contenere il movimentismo di Sanders, appoggiando le istanze che salgono rabbiosamente dalla base sociale meno tutelata. Nello stesso tempo, il progetto assicura grande spazio alla promozione e al sostegno della donna, nel mondo del lavoro e nelle aziende.
Sotto il profilo ideologico, comunque necessario per reggere un confronto elettorale così lungo, Clinton chiuderà l’epoca del cosiddetto «quarterly capitalism», letteralmente il capitalismo basato sul trimestre, cioè la logica di una visione a corto termine, la necessità di ottenere subito risultati nelle vendite e in Borsa. Hillary, e qui si sente la mano di Stiglitz, predicherà il passaggio al capitalismo sostenibile: cambiamenti profondi e di lunga durata. In alto Joseph Stiglitz, 72 anni, economista statunitense e Nobel per l’economia nel 2001. Fu tra i consiglieri economici di Bill Clinton. Sotto Alan Krueger, 64 anni, economista statunitense dell’Università di Princeton