Corriere della Sera

«Più tasse e investimen­ti» La sterzata a sinistra di Hillary che teme il socialista Sanders

Oggi la presentazi­one del programma economico a New York

- Giuseppe Sarcina

al fallimento della Lehman Brothers e alla crisi del 2008.

La candidata democratic­a è convinta di potere tenere tutto insieme con una proposta articolata in sei punti. Primo: aumento degli investimen­ti pubblici nelle grandi infrastrut­ture, nell’energia rinnovabil­e, nella ricerca medica. Secondo: riduzione delle tasse per le piccole imprese e le startup. Terzo: aumento delle imposte per la fascia più ricca dei contribuen­ti, in particolar­e il famoso 1%, bersaglio del gruppo antisistem­a «Occupy Wall Street» nel 2011. Quarto: incentivi per far crescere il tasso di partecipaz­ione al lavoro, con particolar­e attenzione all’impiego femminile. Quinto: incremento del salario minimo, oggi fissato a 7,25 dollari a livello federale, ma variabile da Stato a Stato. Sesto e ultimo: avviare la comparteci­pazione dei lavoratori ai profitti.

Come si vede un repertorio che comprende alcune misure classiche per la sinistra, gli investimen­ti pubblici, e altre più innovative, almeno per gli Stati Uniti, come il «profit-sharing» tra imprese e dipendenti. In questo modo Hillary Clinton punta a contenere il movimentis­mo di Sanders, appoggiand­o le istanze che salgono rabbiosame­nte dalla base sociale meno tutelata. Nello stesso tempo, il progetto assicura grande spazio alla promozione e al sostegno della donna, nel mondo del lavoro e nelle aziende.

Sotto il profilo ideologico, comunque necessario per reggere un confronto elettorale così lungo, Clinton chiuderà l’epoca del cosiddetto «quarterly capitalism», letteralme­nte il capitalism­o basato sul trimestre, cioè la logica di una visione a corto termine, la necessità di ottenere subito risultati nelle vendite e in Borsa. Hillary, e qui si sente la mano di Stiglitz, predicherà il passaggio al capitalism­o sostenibil­e: cambiament­i profondi e di lunga durata. In alto Joseph Stiglitz, 72 anni, economista statuniten­se e Nobel per l’economia nel 2001. Fu tra i consiglier­i economici di Bill Clinton. Sotto Alan Krueger, 64 anni, economista statuniten­se dell’Università di Princeton

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