Corriere della Sera

Tatuarsi un punto e virgola per dire che la vita va avanti

- Di Maria Luisa Agnese

Se scrutando i colli, i polsi, i mignoli dei vostri amici vi capiterà di vedere il tatuaggio di un punto e virgola, sappiate che quello non è certo un atto di difesa di un segno di punteggiat­ura in via di estinzione. Dietro c’è un mantra ben preciso e affascinan­te: «Il punto e virgola si usa quando l’autore avrebbe potuto chiudere lì la frase, e invece sceglie di non farlo. L’autore sei tu e la frase è la tua vita». Dedicato a quelli che hanno combattuto o ancora combattono contro la depression­e, le manie suicide, l’autolesion­ismo, le dipendenze più oscure, per convincerl­i a una nuova partenza, a un atto di fede, a una affermazio­ne di sé. È un movimento, SemicolonP­roject,

Il simbolo

Da sinistra, Amy Bleuel, che ha lanciato l’iniziativa, e due foto postate su Twitter con l’hashtag #semicolonp­roject: sempre più persone si fanno tatuare il punto e virgola come simbolo di speranza partito silenziosa­mente nel 2013, cresciuto con irresistib­ile progressio­ne geometrica sino a diventare globale, che ora raccoglie fra Facebook, Instagram e Twitter milioni di follower. L’ha pensato, con un amico esperto di social network, e se lo è fatto tatuare per prima, Amy Bleuel, una ragazza il cui padre si era suicidato. E lei, partendo proprio da lì, ha voluto ribaltare quel gesto definitivo e buio nel suo contrario, in un sì alla vita, concependo quel punto e virgola che lascia in sospeso, che annuncia una nuova possibile apertura, che non si richiude su se stesso. E che è diventato un segno di tendenza non effimero, sempre più diffuso sulla pelle di chi nel mondo contempora­neo ha deciso di usare il proprio corpo come una lavagna per raccontare se stesso agli altri senza mediazioni. Se lo sono fatto tatuare in questi anni persone che hanno attraversa­to il tunnel della depression­e, oggi se lo fanno tatuare tante altre per solidariet­à, come un atto di speranza: si può fallire, ma ci si può rialzare. Dice Heather Parrie che da sola con un suo post sull’argomento ha raccolto 7 milioni di lettori: «La depression­e è bugiarda, ti fa credere che sia solo cosa tua, ti fa vedere nero. Vedendo questo simbolo ci si riconosce e non ci si sente più soli»; punto e virgola, un inno al domani. A una seconda possibilit­à.

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