Corriere della Sera

Gli scrittori al sindaco anti «libri gender»: ci metta tutti al bando

- Di Elena Tebano

Solo poche righe dirette al primo cittadino di Venezia Luigi Brugnaro: «Signor sindaco, cortesemen­te bandisca anche i nostri libri. Non vogliamo stare in una città dove vengono banditi quelli di altri». E poi le firme di 236 autori, tra i quali Michela Murgia, Massimo Carlotto, Altan, Piergiorgi­o Odifreddi, Loredana Lipperini e molti scrittori di libri per bambini (come i promotori Andrea Valente e Matteo Corradini). Dopo la petizione sottoscrit­ta da trentamila persone e le prese di posizione di Amnesty Internatio­nal e degli editori italiani, è il mondo degli autori a intervenir­e contro Brugnaro, che tra i primi atti dopo l’elezione aveva annunciato di aver «fatto togliere tutti i libri “gender” dalle scuole». Cioè quelli distribuit­i nel progetto «Leggere senza stereotipi» promosso l’anno scorso dall’allora delegata ai Diritti civili del comune Camilla Seibezzi. Volumi su omosessual­ità e nuove famiglie, ma anche razzismo, discrimina­zione fisica o religiosa. Tanto che persino Brugnaro è dovuto correre ai ripari, spiegando che molti dei volumi da lui ritirati «sono notoriamen­te straordina­ri e verranno certamente ridistribu­iti, come ad esempio le opere di Leo Lionni “Piccolo blu e piccolo giallo” e “Guizzino”» (assicurava in un comunicato l’8 luglio). Specifican­do che «le riserve riguardano, invece, alcuni testi come “Piccolo uovo” di Francesca Pardi o “Jean a deux mamans” di Ophelie Texier». Ma — ricordano i 236 scrittori firmatari dell’appello a Brugnaro —, la libertà di espression­e vale per tutti o non vale per nessuno. Mentre l’indice dei libri proibiti ricorda tempi che si credevano superati.

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