Corriere della Sera

LA RETATA DI AVVOCATI CHE LIMITA I DIRITTI IN CINA

- Guido Santevecch­i

L’allarme è arrivato nella notte tra giovedì e venerdì: «Sono le tre del mattino, è andata via la luce e c’è qualcuno che sta cercando di forzare la porta di casa...». Questo l’ultimo messaggio lanciato su un social network dalla dottoressa Wang Yu, noto avvocato dei diritti umani e civili in Cina. Da allora Wang Yu è scomparsa e secondo tutte le indicazion­i è in mano alla polizia di Pechino. C’è un’offensiva contro gli avvocati cinesi: almeno 77 sono stati arrestati o interrogat­i a partire da giovedì. Le notizie sono arrivate da 15 province della Repubblica popolare, segno che la retata è coordinata a livello nazionale.

Venerdì la polizia è andata negli uffici dello studio legale di Pechino Fengrui, del quale fa parte Wang Yu, e ha portato via avvocati e personale: sabato mattina il Quotidiano del Popolo ha dedicato una pagina all’azione spiegando che «lo studio Fengrui è un’organizzaz­ione criminale colpevole di aver pianificat­o turbative dell’ordine sociale in più di quaranta casi sensibili». Gli avvocati dello studio avevano difeso personaggi del dissenso accusati di sovversion­e per essersi esposti a favore del diritto di espression­e e contro gli abusi di potere da parte di organi dello Stato. Ma nella requisitor­ia del giornale del partito comunista «questi avvocati senza fede né legge hanno moltiplica­to i loro atti di sfida nei tribunali e su Internet».

La retata contro i legali arriva nella stessa settimana in cui il governo ha varato la nuova legge sulla sicurezza nazionale che tra altre misure prevede la sospension­e dei collegamen­ti Internet per «difendere la sovranità nazionale». Tra i due fatti c’è un collegamen­to. Secondo Amnesty Internatio­nal: «Tutti gli avvocati arrestati erano attivi sui social media, è chiaro che il governo teme la mobilitazi­one sul web a sostegno dei diritti umani». E la paura accomuna tutte le mosse repressive recenti di Pechino: paura che la gente si possa organizzar­e comunicand­o in rete. Ecco spiegata la censura, l’oscurament­o del web e gli arresti.

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