RIGONI E GLI ABISSI DEL CUORE
«Presso le porte del cielo c’è una scorciatoia per l’abisso» scrive nel Romanzo di Valgioiosa Nathaniel Hawthorne. Ed è lì, in quel passaggio stretto, «nell’enigmatica e insidiosa prossimità di bene e male» che si è infilato Mario Andrea Rigoni per comporre la raccolta intitolata appunto Scorciatoie per l’abisso (Aragno, pp. 124, 12). Venti storie di tradimenti e/o eroismi, di ambiguità e passioni, innocenza e colpa. Come il tradimento di Flavio Giuseppe, storico ebreo diventato generale romano (alla sua opera ha attinto anche Emmanuel Carrère per Il regno) o la tragica vicenda di Isabella di Morra, dai fratelli pugnalata a morte, storia truce dove gli innocenti periscono mentre i colpevoli prosperano nell’orrore e nel disonore.
Rigoni procede per suggestioni letterarie, per associazioni. Così la bambola di Kokoschka, creata per il pittore da una modista a immagine e somiglianza di Alma Mahler con cui aveva vissuto due anni di passione, suggerisce all’autore un «pettegolezzo» di Carducci secondo cui, a Firenze, Leopardi soleva vestire un giovinetto che assomigliava all’amata Aspasia con uno scialle per poter dire a lui ciò che non osava dire a lei. Gli abissi del cuore sono imprevedibili e spesso insondabili. Come l’amore postumo di Thomas Hardy per la moglie Emma. Soltanto dopo la sua morte lo scrittore venne investito da bruciante passione per la donna con cui aveva vissuto 38 anni di matrimonio infelice.
Rigoni divaga felicemente tra lettere e storia, dall’epoca romana arriva al Novecento, attraversa Medioevo e Rinascimento. Studioso di Leopardi, amico di Cioran (di cui ha curato alcune opere per Adelphi), autore di racconti e di aforismi, qui mostra un occhio di riguardo anche alla letteratura anglosassone da cui compone un bouquet che comprende, tra gli altri, Robert Browning, Ted Hughes, Mary Shelley, Raymond Carver. La maggior parte di questi testi è stata ritagliata da una serie assai più ampia di recensioni e elzeviri scritti per il «Corriere della Sera», talvolta sono stati rimaneggiati e rivisti in modo che la raccolta abbia un’unità profonda che va oltre stili e toni diversi. Racconti folgoranti, aneddoti, citazioni e intuizioni costituiscono la trama che tiene insieme i fili del volume. Rigoni va al cuore di ogni singola storia, ne coglie la svolta o lo scarto che mettono in evidenza la contraddizione, facendo della brevità un genere.