Nibali si salva nella crono ma il giallo si allontana «Non è l’anno giusto»
Tappa alla Bmc, il siciliano scivola a 2’22’’ da Froome
Parla per primo Chris Froome, con l’espressione di chi è in lutto per la scomparsa di un parente lontano e anzianissimo (che però lascia cospicua eredità): «Nibali? Sarò sincero: sono sorpreso che abbia perso tanto tempo nella prima settimana. Erano le sue tappe, no?». Quintana, in modalità sfinge. «Oggi ho superato Nibali in classifica generale. È un buon risultato». Van Garderen, riflessivo: «La vittoria è importante, ma anche aver staccato Nibali conta». Insomma, funerale già programmato. E tra i becchini non ci sono solo i Chris e i Nairo con cui Vincenzo condivideva i gradi di favorito ma anche l’americano Van Garderen che ieri, spronando la sua Bmc (tre bravi italiani in organico: Caruso, Oss e Quinziato), ha vinto per 62 centesimi di secondo la cronosquadre di Bretagna superando la Sky di Froome e la la Movistar di Quintana. Gongolano in tre, non gongola Contador: ha stirato troppo la Tinkoff all’inizio, la squadra si è disunita cedendo 28” agli avversari nel finale.
E Nibali, che dice? Nibali, che con l’Astana è arrivato quinto a 35”, mangia riso e patate nella mensa della scuola media di Plumelec. Aspetta, come tutti, il bus che lo porterà in aeroporto dove parte il volo per Pau, Pirenei. L’Astana salirà sul secondo charter, quello destinato alle squadre di centro classifica. Nibali sulla cronometro: «Come squadra abbiamo dato il massimo. Recriminazioni zero. Scarponi si è difeso bene, Gruzdev sta recuperando: avevano problemi intestinali. Boom è stato decisivo: sugli strappi rilanciava così forte che tornargli sotto per me era difficile».
Soddisfatto davvero? «Rispetto al passato siamo andati bene. Certo, la crono si è rivelata più veloce delle previsioni. Avessimo avuto due specialisti in più, 20”/30” potevamo recuperarli». Un bilancio alla vigilia del primo giorno di riposo? «Che devo dire? Non è andata benissimo e, per essere sincero, non so davvero cosa mi manchi. Nella seconda tappa siamo stati poco fortunati o disattenti. Ma sul Mûr de Bretagne mi sono proprio mancate le gambe. Forse sono scattato troppo tardi e troppo forte, forse non sono quello del 2014. Al momento non lo so».
E i tuoi avversari, Vincenzo?: «Froome vola. Quando è in forma lui va forte dappertutto, come accadeva a me nel 2014. Vi ricordate la lotta con Contador a Gerardmer? Alberto mi ha attaccato tre, quattro volte e io ho sempre risposto per le rime. Froome è come me l’anno scorso. Quintana è temibile, vedrete in montagna. Contador fa sempre paura. Van Garderen? Boh. Lui ha sempre alti e bassi». Ok, chiaro. Ma cosa possiamo aspettarci da te? Lotterai fino in fondo per difendere il titolo o ti sei già arreso? «Aspetto l’occasione giusta, ma devo vedere come sto. Non sono tipo da proclami, da bluff. Non sono contentissimo di questo Tour. Aspetto la salita che è un giudice spietato. Ma so bene che quando non va non va. Non c’è molto da fare. Anzi, qualcosa si può fare: capire dove si è sbagliato e trasformare gli errori in insegnamenti. Io comunque non dispero, mangio e la notte dormo bene».
La giornata di riposo a Pau porterà consiglio e conforto ai favoriti e ai feriti: sono 94 quelli fino a ora medicati, metà dei rimasti in corsa. Il bollettino di sintesi saccheggia il vocabolario medico francese: le quasi confortanti «égratignure» precedono le più serie «contusion » , « abrasion » ed « érosion» con tanto di «hematome». Dal molto inquietante «traumatisme» si è arrivati a «luxation» degenerando nelle «fractures» che hanno determinato l’ « evacuation » ( all’ospedale, si capisce) di due maglie gialle e dieci altri corridori. Riposo necessario, quindi. E più di tutti per Sky, l’unica a ricevere i giornalisti questa mattina, quando la quasi totalità di loro sarà ancora in viaggio. «Mi scuso — ha detto il boss della maglia gialla Brailsford — ma il riposino del pomeriggio è sacro». Come sempre in casa inglese, la performance viene sempre prima. Anche dell’educazione.
Benedetto riposo La giornata di riposo aiuterà una corsa che ha già visto ben 94 atleti costretti a farsi medicare