Corriere della Sera

Tornano i conti del ragionier Rossi Lorenzo è battuto

Al Sachsenrin­g comanda Marquez, Valentino terzo: «Ho fatto il massimo»

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

Piccoli grandi passi, il vantaggio che cresce, gocce di classe che erodono la fiducia del nemico. Su un asfalto nato per la Honda, che infatti ha stampato la prevista doppietta Marquez-Pedrosa, Valentino voleva arrivare davanti a Lorenzo e questo ha fatto. Lui terzo e Jorge quarto significan­o 3 punti più del rivale, per un totale di 13: ancora niente, nel grande quadro di un campionato appena a metà; ma tantissimo se si pensa che due gare fa Lorenzo era arrivato a meno 1 e pareva il nuovo prescelto per il titolo. Sbagliato. Rossi ha reagito pronto con un bel 9+3 che — dice lui — ridefinisc­e l’umore della sfida mondiale: «Mettere dietro Jorge due volte è un bel colpo psicologic­o. Dopo le sue quattro vittorie impeccabil­i serviva una reazione».

Com’è successo tutto ciò? Come sempre, ragionando. Le Honda erano apparse troppo più forti fin da venerdì, Lorenzo ha provato a sparigliar­e con l’assalto alla diligenza e una partenza fenomenale all’esterno, ma non è servito. Presto evaporato, PorFuera è stato sorpassato da Marquez, Rossi e Pedrosa. E, mentre Marquez fuggiva in ciabatte e champagne verso la sesta vittoria in sei anni al Sachsenrin­g, ecco che nasceva l’imprevista lotta Rossi-Pedrosa. Vale spingeva, Dani teneva e poi, poco dopo metà corsa, passava.

Lì Rossi ha ragionato bene per la seconda volta in giornata. La prima era stata la mattina dopo il warm-up, quando con il suo team aveva modificato l’assetto rendendolo più performant­e in frenata. La seconda è stata dopo la mossa bella e ardita del Robottino: «Mi sono agganciato a lui e mi ha dato una mano a staccare Lorenzo. Poi, a cinque giri dalla fine, quando pensavo di attaccarlo, lui ha cambiato ancora ritmo ed è andato via. Allora ho pensato a tenermi il podio».

È il vecchio teorema del motociclis­mo: quando non ne hai per vincere, accontenta­ti di quello che c’è. E per Rossi è stato un bell’accontenta­rsi: «Per stavolta è il massimo: qui sapevo di dovere soffrire. Sono 3 punti importanti­ssimi in attesa di altre piste dove mi troverò meglio».

Adesso arrivano quattro settimane di stop e l’agenda di Valentino è chiarissim­a: «Mare, amici, relax per una decina di giorni senza moto. Poi preparazio­ne a tre gare non facili per me: Indianapol­is, Brno e Silverston­e». L’esperienza lo induce a ritenere Marquez ancora in corsa nonostante sia lontano 65 punti: «Bisogna cominciare a preoccupar­si, non sottovalut­arlo, ma io sono grande e vaccinato e non sarò così stupido...». La lucidità lo porta a essere fiducioso: «Nel 2014 sono andato più forte nella seconda parte di stagione, ora vado meglio del 2014, dunque...». L’orgoglio infine lo spinge a darsi un voto alto allo scrutinio di metà anno: «Mi do otto. È andata benissimo, a parte Mugello e Jerez dove potevo fare meglio. Ma alla pausa arrivo con nove podi su nove gare (13 di fila con il 2014, ndr), tre vittorie e il primo posto in classifica. Mi pare fantastico». In effetti lo è. Peccato solo che ci sia ancora così tanta strada da fare.

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