Piketty: cacciare un Paese? Si può Ma è una cosa da apprendisti stregoni
Quale piano sarebbe ragionevole per avere qualche speranza di aiutare i greci?
«Per me le basi di un buon accordo erano chiare: si può chiedere alla Grecia un leggero avanzo primario nei prossimi anni, nell’ordine di un 1 per cento del Pil al massimo, ma non di più, almeno fino a quando l’attività economica non avrà ritrovato il suo livello del 2007. Oggi il Pil greco è sotto del 25% rispetto alle dimensioni precedenti la crisi. In queste condizioni non ha alcun senso chiedere un aumento dell’avanzo primario del 2% del Pil nel 2016, del 3% nel 2017 per arrivare al 4% nel 2018».
La tentazione di fondo della Germania e dell’Europa del Nord in questa crisi è sembrata quella di sbarazzarsi della Grecia per dare un esempio agli altri Paesi, e poi costruire una Unione economica e politica più integrata ed efficace. Era un’idea sensata?
«Quelli che hanno pensato e che ancora pensano che un’Europa senza Grecia permetterebbe di disciplinare e stabilizzare la zona euro sono dei pericolosi apprendisti stregoni. Cacciare un Paese significa incoraggiare tutti i discorsi anti-euro e in fin dei conti distruggere l’ideale europeo, sarebbe l’inizio della fine».
Eppure il ministro delle Finanze tedesco Schäuble, e non solo lui, ha lavorato per questo esito.
«Presso un certo numero di dirigenti tedeschi si osserva uno spaventoso miscuglio di nazionalismo presuntuoso e di ignoranza storica. L’Europa si è costruita negli anni Cinquanta sulla cancellazione dei debiti del passato, e in particolare del debito della Germania. Ai giovani tedeschi degli anni 19501960 è stato detto: voi non siete responsabili dei debiti e degli errori dei vostri genitori e dei governi precedenti, bisogna guardare verso il futuro e investire nella crescita. Dovremmo fare lo stesso oggi».
In questa situazione qual è il ruolo di Draghi e della Bce?
«La Bce non deve asfissiare le banche greche. L’Italia e la Francia si sono opposte all’espulsione della Grecia dalla zona euro, contro un colpo di Stato finanziario. L’idea che un creditore possa recuperare i suoi soldi asfissiando il debitore è un pensiero folle, ideologico».
Il Grexit per il momento almeno è scongiurato. Ma è possibile pensare che un Paese possa uscire dall’euro senza conseguenze gravi per gli altri? Nei giorni scorsi il governo italiano negava qualsiasi rischio di contagio, a differenza di ciò che pensava il Fondo. Chi ha ragione?
«L’Italia aveva torto di ritenersi al riparo. I tassi di interesse oggi sono eccezionalmente bassi, ma questa situazione non può durare all’infinito. In caso di Grexit, le tensioni si sarebbero trasferite presto o tardi su altri Paesi».
Buttar fuori uno Stato significa incoraggiare tutti i discorsi anti-euro. Distruggere l’ideale europeo sarebbe l’inizio della fine
Stef—Montefiori