Corriere della Sera

Milano va, ma la giunta scricchiol­a

Lascia il vicesindac­o dopo uno scontro sul bilancio. Un segnale d’allarme per Renzi

- Di Giangiacom­o Schiavi Giannattas­io

Ai tanti segnali di risveglio ed efficienza offerti da Milano in questi mesi, dal miracolo dell’Expo alla rinascita della Darsena e della Galleria fino all’impegno dei privati per mostre e progetti, si contrappon­e lo sbandament­o della maggioranz­a di Palazzo Marino. Dopo la scelta del sindaco Pisapia di non ricandidar­si, arrivano le dimissioni del vicesindac­o Ada Lucia De Cesaris.

Con le dimissioni del vicesindac­o Ada Lucia De Cesaris, Milano vive uno strano contrappas­so: mentre la città va avanti, la giunta che la governa va indietro. Ai tanti segnali di risveglio e di efficienza offerti in questi mesi, dal miracolo dell’Expo, alla rinascita della Darsena e della Galleria, fino all’impegno dei privati con mostre e nuovi progetti, si contrappon­e lo sbandament­o politico della maggioranz­a di Palazzo Marino. L’abbandono di uno dei protagonis­ti di punta della stagione arancione è, insieme alla non ricandidat­ura del sindaco Giuliano Pisapia, un colpo all’immagine del centrosini­stra e un gol per il centrodest­ra. Un segnale di incertezza che si aggiunge alla diatriba irrisolta sulle primarie e sulla scelta del candidato che a questo punto investe direttamen­te il segretario del partito e premier, Matteo Renzi.

Ada Lucia De Cesaris era fino a ieri una carta da giocare, una possibile opzione anche perché dal giorno dell’annuncio di Pisapia si era caricata sulle spalle il peso di un’altra funzione, oltre alla sua di assessore all’Urbanistic­a: quello di sindaco ombra. La contrappos­izione con una parte del partito su alcune scelte strategich­e per la città come il dopo Expo, lo stadio del Milan al Portello, lo sgombero del Leoncavall­o, l’hanno sempre più isolata in quell’intransige­nza morale che è stata il suo distintivo in questi anni: difendere il bene comune e non piegarsi a compromess­i.

Siccome i grandi amori finiscono sulle piccole cose, è successo che a far traboccare il vaso sia stato il voto trasversal­e Pd-Forza Italia su un’area cani nel quartiere Santa Giulia: una divergenza da sommare ad altre, ben più profonde nello stesso Pd, che messe in fila danno l’idea di uno stato confusiona­le, come accusa il centrodest­ra, che contrasta con l’immagine che Milano offre all’Italia e al mondo (e che non prescinde dall’operato della giunta Pisapia).

Sarà un bel rompicapo adesso rimettere in carreggiat­a una barca che fa acqua e fatica a tenere insieme l’alleanza vincente del 2011, area moderata, società civile, riformisti e sinistra di Sel. Con le dimissioni dell’assessore di punta, c’è un caso Milano per l’assemblea nazionale del Pd che sabato invade inopportun­amente i padiglioni dell’Expo. E non è banale turn over di giunta. E’ un campanello d’allarme per il premier:la partita del 2016 doveva essere facile, ma a causa del fuoco amico sta diventando sempre più difficile.

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