Corriere della Sera

Bruxelles pronta al prestito per Atene Londra: «Noi non vogliamo pagare»

L’ala dura di Berlino: Grexit soluzione migliore. Il Fondo monetario: ridurre il debito

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

BRUXELLES Le 17 ore di difficili negoziati nell’Eurosummit dei capi di Stato e di governo della zona euro hanno consentito di evitare l’uscita della Grecia dall’euro con un nuovo piano di salvataggi­o. Nell’Ecofin a Bruxelles, con tutti i 28 ministri finanziari dell’Ue, è emerso però che l’attuazione concreta richiede ancora molto lavoro già a partire dal prestito ponte necessario per evitare l’insolvenza di Atene durante l’estate. Inoltre il duro scontro tra Grecia e Germania, che per mesi ha contrappos­to la cancellier­a tedesca di centrodest­ra Angela Merkel al premier greco di estrema sinistra Alexis Tsipras, non è stato (e non poteva essere) completame­nte superato con il compromess­o di lunedì scorso.

Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha insistito che «molte persone, anche nel governo federale (della Germania, n.d.r.), considerav­ano il suo progetto di uscita della Grecia dall’euro per cinque anni come “la soluzione migliore”». Il cancellier­e socialdemo­cratico austriaco Werner Faymann ha ammesso che non si può ancora escludere «un qualche tipo di catastrofe» perché resta il rischio di Grexit «se le banche non riescono a riaprire». Un rapporto del Fmi di Washington ha rilanciato i dubbi sulla sostenibil­ità del debito ellenico perché — anche con gli 82-86 miliardi in tre anni accordati dall’Eurosummit — l’esposizion­e di Atene dovrebbe essere in parte cancellata per non esplodere al 200% del Pil (dal previsto 174%) .

All’Ecofin il cancellier­e dello Scacchiere britannico George Osborne è stato il primo, tra vari Paesi membri non aderenti all’euro, ad annunciare l’indisponib­ilità a contribuir­e tramite il fondo salva Stati Efsm. Il vicepresid­ente lettone della Commission­e europea, Valdis Dombrovski­s, ha ammesso problemi «finanziari, politici e giuridici» per il reperiment­o dei 12 miliardi del prestito ponte ad Atene. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha invitato a considerar­e «non scontato» il salvataggi­o della Grecia, pur mostrandos­i fiducioso sulle «diverse soluzioni» allo studio per elargire rapidament­e i primi finanziame­nti. L’Eurogruppo attende l’approvazio­ne dell’accordo nel Parlamento di Atene per provare a dare il via libera al prestito ponte già domani in una riunione in teleconfer­enza.

Ancora più complicato appare risanare le fratture, a livello Ue, provocate dalla linea dura attuata da Merkel e Schäuble per imporre a Tsipras dure misure di austerità. Il presidente socialista francese Francois Hollande, principale mediatore in aiuto di Atene, ha detto che «l’umiliazion­e» per la Grecia sarebbe stata l’uscita dall’euro. Ma molti autorevoli quotidiani — dal «Guardian», «Le Monde» al «New York Times» — hanno criticato pesantemen­te come la grande Germania ha trattato la piccola Grecia. Il settimanal­e tedesco Spiegel ha scritto che «in un weekend il governo tedesco ha distrutto molti decenni di diplomazia». L’esecutivo di Merkel ha replicato negando che l’immagine internazio­nale della Germania sia uscita peggiorata. Nelle trattative a Bruxelles i governi di Francia, Cipro e Italia, il presidente della Bce Mario Draghi e (in parte) quello polacco dell’Eurosummit Donald Tusk non hanno avuto timori reverenzia­li nel contrastar­e Merkel e Schäuble per favorire un compromess­o. Altri Paesi, rimasti defilati nel confronto, hanno intuito che in futuro potrebbe toccare a loro il trattament­o attuato con la Grecia. Hollande, che ha riparlato del progetto tedesco di governo dell’eurozona con più poteri a Bruxelles sulle politiche economiche e di bilancio nazionali, non ha riscosso entusiasmi. Nell’Ue, dove molte attività procedono con l’unanimità, una crisi di fiducia tra i governi può rallentare l’attività istituzion­ale.

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Londra Il cancellier­e dello Scacchiere britannico, George Osborne, all’Ecofin di Bruxelles
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