Corriere della Sera

L’europeista che sfida Frau Merkel «Nel governo in tanti per la Grexit»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Danilo Taino @danilotain­o

«Gli dici due parole e afferra il concetto», dicono di Wolfgang Schäuble i suoi collaborat­ori. Yanis Varoufakis, l’ex ministro greco, non ha seguito il suggerimen­to e l’ha inondato di discorsi, in questi mesi: il responsabi­le delle Finanze tedesche ha afferrato e, in fretta, ha maturato il concetto che per la Grecia la vita sarebbe stata migliore, o meno peggio, fuori dall’euro. Idea che ha confermato ieri, quando ha spiegato che «ci sono molte persone, anche nel governo federale, piuttosto convinte che nell’interesse della Grecia e dei greci la soluzione migliore sarebbe stata quella che abbiamo scritto», cioè il documento del suo ministero, circolato sabato nei vertici di Bruxelles, nel quale si ipotizzava la Grexit.

Oggi, di fronte ad Atene sottosopra, Schäuble è indicato da molti come la faccia cinica e spietata di Berlino. Convinzion­e che è però opportuno sottoporre a verifica, per capire chi è e cosa vuole questo politico che dal 1972 siede sui banchi del Bundestag, il parlamento tedesco; dagli elettori è più apprezzato di Angela Merkel e ha un’influenza determinan­te sulla politica della Repubblica federale. Se non si capisce Schäuble non si capisce la Germania d’oggi.

L’uomo non è sempre di buon carattere, forse è anche indurito dalle prove della vita: ragione per cui spesso accanto al suo nome appare la qualifica di «falco» nazionalis­ta. Niente di meno esatto. Wolfgang Schäuble, 72 anni, ministro delle Finanze della Germania, è uno dei politici tedeschi più disposti a dare ascolto alle idee altrui, a immaginare un’Europa che preveda una perdita di sovranità tedesca, a battersi per una relazione fraterna tra la Germania e la Francia. Negli anni immediatam­ente successivi alla Seconda guerra mondiale, crebbe nella Foresta Nera occupata dai francesi. Ed è con un soldato francese, ospite della sua famiglia, che iniziò a maturare l’idea di amicizia francotede­sca. Certezza che si è rafforzata quando, al fianco di Helmut Kohl, ha partecipat­o alla relazione strategica con François Mitterrand e che lo sostiene ancora oggi. Sicurament­e, è il più europeista del suo partito, la Cdu di Frau Merkel.

Il problema è che è anche un intellettu­ale. E in Germania questo significa in genere pensiero forte, da difendere con convinzion­e.ione Qualche volta an-anche con arroganza. E l’intellettu­ale-politico Schäuble crede nell’Europa e nell’euro. Non che sia convinto che la moneta unica sia stata costruita in modo solido. Anzi. A metà anni Novanta, assieme a Carl Lamers, sostenne la dottrina della «geometria variabile», sulla base della quale i diversi Paesi avrebbero partecipat­o in misura differenzi­ata all’integrazio­ne europea: in particolar­e, la moneta unica sarebbe stata iniziata da Germania, Francia, Olanda, Belgio, Lussemburg­o. Una volta imbarcati tutti nell’euro, si è adeguato alla realtà, ma l’idea che per stare in una moneta unica servano gradi di omogeneità — nella competitiv­ità dei Paesi, nella solidità delle finanze pubbliche, nel controllo democratic­o dei parlamenti nazionali — non lo ha abbandonat­o.

Ed è alla base della posizione che ha tenuto durante tutto il negoziato tra creditori e Atene: vitale che ci sia convergenz­a tra Paesi; se una capitale non vuole, pregiudica l’intera costruzion­e e la porterà al fallimento; meglio tagliare il braccio che non risponde. Concetti duri, ma di politico che guarda oltre il sondaggio del momento.

Con Frau Merkel — più pragmatica e meno proiettata sul futuro dell’Europa — non ha un rapporto d’amore. Alla caduta politica di Kohl, avvenuta anche per uno scandalo di finanziame­nti, Schäuble avrebbe dovuto diventare il numero uno della Cdu, ma la «ragazza» lo bruciò sul tempo. E nel 2004 Merkel si oppose a candidarlo a presidente federale. Poi, però, lo ha voluto nel suo governo, prima, dal 2005, come ministro degli Interni, poi, dal 2009, alle Finanze. Oggi è la «bandiera segnavento» per la maggioranz­a dei tedeschi, l’unico politico che se si schierasse contro la cancellier­a la farebbe vacillare. Non lo fa. Ma ne orienta le decisioni come ha fatto nella crisi greca, durante la quale Frau Merkel ha mostrato incertezze di fronte al caos creato dalla coppia Tsipras-Varoufakis.

Quando dunque vedete quest’uomo in carrozzell­a, messo lì da un folle che nel 1990 gli sparò tre colpi di pistola, non crediatelo un acido falco arrabbiato con il mondo. Non è così. Può avere torto. Può avere ragione. Di certo, pensa veloce e pensa europeo.

 ??  ?? Falco Schauble, considerat­o un duro nella trattativa con la Grecia. Aveva paventato un’uscita temporanea di Atene dall’euro
Falco Schauble, considerat­o un duro nella trattativa con la Grecia. Aveva paventato un’uscita temporanea di Atene dall’euro
 ??  ?? L’attentato Schäuble lascia l’ospedale dopo che il 12 ottobre 1990 tre proiettili sparati da un folle l’hanno privato dell’uso delle gambe
L’attentato Schäuble lascia l’ospedale dopo che il 12 ottobre 1990 tre proiettili sparati da un folle l’hanno privato dell’uso delle gambe
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Nella storia È il 19 agosto 1990: Schäuble (a sinistra) allora ministro degli Interni della Germania Ovest firma l’atto di riunificaz­ione della Germania con il suo collega della Ddr
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