Corriere della Sera

«No al mercato dei senatori Vogliamo i voti persi da FI e An» Fitto lancia il suo movimento. Forse un leone nel simbolo

- Tommaso Labate

ROMA «Il nostro movimento nasce per stare fuori dai cortili di Camera e Senato. Stiamo lontani dai patti del Nazareno futuri così come siamo stati lontani da quelli del passato. E non abbiamo nulla a che vedere né con il mercato di senatori né tantomeno con la contabilit­à dei transfughi».

Ancora ventiquatt­r’ore e Raffaele Fitto solleverà il sipario sul suo movimento. Dopo mesi scanditi prima dalla rottura con Forza Italia poi dalla nascita di un gruppo autonomo a Palazzo Madama, l’ex ministro presenta «Conservato­ri e riformisti». Forte di un ancoraggio europeo ai conservato­ri che non stanno nel Ppe, e con in tasca un rapporto privilegia­to con i britannici di David Cameron, la «cosa» fittiana potrebbe avere come simbolo un leone, simbolo della pattuglia a Bruxelles. O, in subordine, l’albero che sta nel simbolo del conservato­ri d’oltremanic­a.

Anche Denis Verdini, come lei, sta lasciando Forza Italia. Non farete pezzi di strada insieme?

«Siamo all’opposizion­e del governo Renzi. I “nazareni” presenti o futuri non ci interessan­o».

Anche Silvio Berlusconi è venuto sulla vostra linea.

«Berlusconi si è chiuso in una gabbia di rancore. Mi creda, lo dico col rammarico di chi continua a provare affetto per lui nonostante tutte le cattiverie che mi sono state riservate». E sulla politica? «Sulla politica Berlusconi, di fatto, non esiste più. E dire che avrebbe potuto uscire di scena agevolando un ricambio, cosa da cui si è tenuto ben lontano… Il risultato è che ora c’è un centrodest­ra che non ha più respiro, chiuso in una ridotta minoritari­a, in cui Matteo Salvini può agevolment­e fare la voce grossa e giocare la sua partita personale».

Resta il fatto che sempre a quel centrodest­ra vi rivolgeret­e anche voi. O no?

«Noi siamo per una nuova visione. Tanto per capirci, come non stiamo con Alexis Tsipras, Orizzonti di centrodest­ra I nostri orizzonti sono a Washington, a Londra e a Gerusalemm­e Né Tsipras né Merkel non stiamo nemmeno con Angela Merkel o con Marine Le Pen. I nostri orizzonti sono a Washington, a Londra e a Gerusalemm­e». Ambiziosi. «Semmai realisti. C’è un intero blocco sociale, che un tempo votava per Forza Italia o per Alleanza nazionale, che adesso si tiene ben distante dalle urne. Noi puntiamo a riprendere quei voti. Voti di partite Iva, di artigiani, di piccoli imprendito­ri, di profession­isti. Un elettorato, insomma, che il Berlusconi di oggi non può più riportare a casa». E voi sì? «Noi lavoreremo per questo. Gliel’ho detto, abbiamo già iniziato a mettere il naso fuori dai cortili del Parlamento. E proprio per questo non siamo per nulla interessat­i né ai giochetti di palazzo di Matteo

Renzi, né a quelli di altri».

Pensa che Renzi e il suo governo siano messi male?

«Il presidente del Consiglio e i suoi hanno il fiato corto. Boccheggia­no manco fosse la fine della legislatur­a. Lo si vede da come sono impegnati a raccattare a destra i voti al Senato e a come provano a tenere buona la sinistra interna giocando con i rinnovi alle presidenze della commission­i parlamenta­ri. Renzi ha inanellato una serie infinita di partite giocate male. È sotto gli occhi di tutti».

I vostri programmi? Puntate alle primarie del centrodest­ra, magari con una sua candidatur­a?

«Le primarie sono ancora un obiettivo ma non è il momento dei nomi. Nel nostro programma ci sono sia uno shock fiscale che quei tagli alla spesa pubblica che il governo aveva promesso e poi non ha mai fatto. Penso a Carlo Cottarelli. E a quel suo lavoro di spending review finito in chissà quale cassetto».

Esiste un intero blocco sociale che ora si tiene ben lontano dalle urne: partite Iva, artigiani e piccoli imprendito­ri Puntiamo a quei voti che Berlusconi oggi non può più recuperare

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy