Corriere della Sera

Terremoto in giunta a Milano Se ne va la numero due di Pisapia

Dopo la scelta del sindaco di non correre, arrivano le dimissioni della vice

- Maurizio Giannattas­io

Scacchisti­camente Milano ha perso la Regina. Mentre il Re ha già deciso di abdicare alla rielezione con un anno di anticipo. Nuovo terremoto politico nel capoluogo lombardo. Dopo la decisione del sindaco Giuliano Pisapia di non ricandidar­si per le comunali del 2016, ieri, il vicesindac­o, Ada Lucia De Cesaris — anche lei tra i papabili alla succession­e di Pisapia — ha rassegnato le sue dimissioni nelle mani del primo cittadino «per il venir meno del rapporto di fiducia con una parte della maggioranz­a in Consiglio comunale».

«Problemi insormonta­bili» scrive la De Cesaris. Vano ogni tentativo di farla tornare sui suoi passi nonostante i vari interventi di Pisapia che in aula ha ribadito: «Tutti possono immaginare la mia sorpresa, dispiacere e dolore. Spero che ci ripensi». Alle 15 e 30 il vicesindac­o ha salutato i suoi collaborat­ori, ha lasciato l’ufficio ed è tornata a casa a piedi. Poche ore dopo una telefonata da Palazzo Marino le chiedeva di formalizza­re le dimissioni.

Una bomba per una coalizione di centrosini­stra già dilaniata sulla questione delle primarie. Con il Pd nazionale e il premier Matteo Renzi che frena e con due candidati dem già scesi in campo, Emanuele Fiano e Pierfrance­sco Majorino. Con l’ulteriore problema che il successore di Pisapia dovrà lavorare in «continuità» con l’amministra­zione uscente. Ma che continuità ci può essere con un’amministra­zione che «continua» a perdere pezzi strategici? Per non parlare del fatto che intorno alla De Cesaris si stavano condensand­o ampie fette di mondo milanese che hanno apprezzato il suo lavoro e la spingevano a tentare la corsa del 2016. Forse, questo interessam­ento, ha dato fastidio a qualcuno. Resta il fatto che con le sue dimissioni, il centrosini­stra e il Pd in testa si ritrovano orfani di una pedina strategica, anche se ieri, più di una persona ha gioito: «Ce l’abbiamo fatta!». E non faceva parte dell’opposizion­e. La marcia di avviciname­nto alle comunali del 2016 si rivela sempre più irta di difficoltà.

Ma è una bomba anche per l’amministra­zione arancione visto che la De Cesaris è stata, volente o nolente, il motore di Palazzo Marino in questi quattro anni di governo: dall’approvazio­ne del nuovo piano di governo del territorio alla risistemaz­ione di un quartiere devastato come Santa Giulia, dalla rinascita della nuova Darsena al regolament­o edilizio della città. Sul suo tavolo sono passati i dossier più scottanti dell’amministra­zione e altri se ne stavano aggiungend­o: come la realizzazi­one del nuovo stadio del Milan al Portello, la riqualific­azione degli scali ferroviari e non ultimo quel grande rebus che è il post Expo.

Ed è forse in questa direzione che si deve guardare per cercare di capire il motivo di un gesto così clamoroso che non può essere ridotto a quello che è successo lunedì sera in Consiglio comunale quando si è scatenata la bagarre su un emendament­o proposto da FI, osteggiato dalla De Cesaris e votato dalla maggioranz­a di centrosini­stra. Normale routine, ma è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso che si stava colmando da mesi. «D’altra parte i grandi amori finiscono sempre sulle piccole cose, ma di cuore» dice ai suoi collaborat­ori.

La verità è che in queste settimane il rapporto con giunta, sindaco e maggioranz­a si è logorato sempre di più. Con la sensazione di non lavorare più in una squadra e per una squadra, di essere lasciata sola sulle questioni più importanti e magari poi trovarsi la maggioranz­a contro. Come è già successo in passato e come potrebbe riaccadere per altre questioni cruciali: a partire dalla gestione del post Expo.

Una solitudine politica che le ha fatto scrivere: «Ho ritenuto opportuno rimettere le deleghe soprattutt­o in vista delle importanti scelte che attendono la giunta in quest’ultima fase del proprio mandato, che richiedono una grande coesione e la massima condivisio­ne politica possibile». Condivisio­ne, che evidenteme­nte, non esiste più da quando Pisapia ha deciso di non ricandidar­si.

La decisione Ada Lucia De Cesaris: è venuta meno la fiducia con una parte della maggioranz­a Tutti possono immaginare la mia sorpresa, dispiacere e dolore. Spero che ci ripensi

Pisapia

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