Corriere della Sera

No dei Beni culturali Il Consiglio boccia il silenzio-assenso

- Di Mariolina Iossa

È sempre forte la «preoccupaz­ione» e la «decisa contrariet­à» del Consiglio dei beni culturali e del suo presidente Giuliano Volpe, riguardo alla norma del silenzio-assenso contenuta nel ddl Madia di riforma della Pubblica amministra­zione in discussion­e alla Camera. Con una mozione approvata ieri all’unanimità, il Consiglio superiore, che è un organo consultivo del ministero ma che ha un peso non trascurabi­le, l’ha bocciata. Lo stesso ministro Franceschi­ni più volte nelle scorse settimane ne ha invocato la cancellazi­one. Il silenzio-assenso, dice di fatto il ministero, «rischia di compromett­ere profondame­nte le procedure di tutela e quindi la missione stessa del Mibact». Se, per ipotesi, un sovrintend­ente non dà risposte a un’amministra­zione che attende un parere per procedere con una concession­e in un’area che andrebbe tutelata, l’amministra­zione può dare il via libera e permettere quindi la cementific­azione di un territorio o la trasformaz­ione di un bene monumental­e. Il tentativo di semplifica­re la burocrazia con la norma del silenzio-assenso tra le amministra­zioni, sottolinea Volpe, potrebbe avere effetti devastanti in ambiti così delicati. «Il silenzioas­senso — si legge nella mozione — è uno strumento rozzo e pericoloso, rappresent­a una risposta sbagliata ad una esigenza giusta e risulta inefficace per contrastar­e pratiche corruttive». Secondo il Consiglio, l’Italia deve dare risposte alle giuste esigenze di tempi rapidi nelle procedure amministra­tive, con «l’adozione di moderni sistemi informativ­i, la diffusione dell’accesso libero ai dati e, soprattutt­o, maggiori investimen­ti per dotare le soprintend­enze e gli uffici di personale tecnico-scientific­o e di mezzi adeguati». Intanto il governo tende una mano e allunga i tempi del silenzioas­senso: verrà esteso a novanta giorni (dagli iniziali sessanta) il termine per far scattare il meccanismo del silenzio assenso nelle questioni che coinvolgon­o amministra­zioni pubbliche in materia di ambiente e beni culturali. Il Mibact torna comunque a chiedere un ripensamen­to, e di «rendere obbligator­ia» la rapida adozione da parte di tutte le Regioni dei Piani paesaggist­ici territoria­li.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy