Corriere della Sera

Mangiare sano? Fa risparmiar­e Come calcolare le quantità corrette

Consumi intelligen­ti Seguire il modello alimentare mediterran­eo raccomanda­to dagli esperti è troppo dispendios­o oppure è economicam­ente sostenibil­e? Per capirlo due ricercator­i hanno svolto una «prova carrello». Ecco la corretta strategia di acquisto

- Roberta Salvadori

ornare a casa con le borse della spesa non troppo cariche, ma con dentro cibi ricchi di sapore e giusti dal punto di vista nutriziona­le, pur senza avere speso un capitale. È un obiettivo auspicabil­e, ma non facile da raggiunger­e. Perché, in media, noi italiani non mangiamo affatto come i nutrizioni­sti consiglian­o: nonostante la crisi economica, tendiamo a esagerare con la carne, con gli affettati, con i dolci. Insomma, non seguiamo i criteri salutistic­i ormai indiscussi della Dieta Mediterran­ea, che raccomanda di riempire il piatto soprattutt­o di alimenti verdi. «In effetti, i costi della verdura e della frutta sono aumentati da una decina d’anni e oggi può costare meno il pollo rispetto alle zucchine» ammette Sandro Dernini, segretario generale della Fondazione Internazio­nale Dieta Mediterran­ea. Mangiare sano seguendo un modello alimentare mediterran­eo è diventato dunque così dispendios­o, o ha un costo sostenibil­e?

Per rispondere a questo interrogat­ivo, Luca Falasconi, ricercator­e del Distal (Dipartimen­to di scienze e tecnologie agroalimen­tari) dell’Università di Bologna e Anastasia Costantini, dietista, hanno svolto un’indagine: «Il carrello della spesa: dalle abitudini degli italiani alla Dieta Mediterran­ea». Risultato: se si rispettass­ero davvero i dettami del mangiare sano, potremmo spendere addirittur­a qualcosa meno ( si veda la pagina accanto), con prevedibil­i vantaggi su linea e salute. Ecco, allora, le cose da sapere per impostare una corretta strategia di acquisti.

1 Siamo sicuri di conoscere bene il modello alimentare mediterran­eo?

Molti sono convinti di sì. Ma le indagini più recenti (Campagna educaziona­le Curare la salute, presentata a Expo) lo smentiscon­o. «Nella dieta degli italiani, per esempio, sono presenti molti dolci e le donne ne mangiano più degli uomini» segnala Michele Carruba, direttore del Centro Studi e Ricerche sull’Obesità dell’Università degli studi di Milano. Poco pesce e poca frutta e verdura, gli altri errori più comuni. «Rispetto a una dieta media, di 2.000 calorie circa, ne prendiamo in media il 37% dai grassi, contro un massimo del 30% suggerito dai Larn (Livelli di assunzione di riferiment­o di nutrienti ed energia per la popolazion­e italiana), mentre mangiamo pochi carboidrat­i (il 47% delle calorie, contro il 55-60%, probabilme­nte «risparmian­do» su pane e cereali vari) e poche fibre (poco più di 18 grammi contro i 25 raccomanda­ti al giorno) — sottolinea Falasconi —. Quanto alle proteine, apparentem­ente abbastanza bene: ne assumiamo in media per un 15% delle calorie totali. Ma in realtà spesso esageriamo con carni rosse e insaccati».

2 Come tradurre in pratica questi «numeri» da specialist­i?

Potrebbe essere una buona idea ragionare in termini di contenuti nutriziona­li dei cibi. Per ca- pirci: in una puntata di Master Chef Australia, ai concorrent­i è stato ordinato di approvvigi­onarsi di «cibi proteici» da un magazzino strapieno di derrate e i concorrent­i sono andati diretti a prendere carne e pesce. Ecco, bisognereb­be applicare nella nostra testa questi stessi concetti: comprare «proteine», attingendo soprattutt­o agli alimenti già indicati (o formaggi, uova, legumi come indica la piramide della dieta mediterran­ea); «vitamine», da verdura e frutta; «carboidrat­i» da pane, pasta, riso; «calcio», da latte, yogurt, formaggi; «grassi», soprattutt­o da olio extravergi­ne di oliva. Questo modo di ragionare potrebbe equilibrar­e meglio il nostro carrello.

3 Detto questo, con che cosa riempire il nostro carrello della spesa? Nel carrello vanno alimenti da mangiare ogni giorno: soprattutt­o verdura, di ogni colore; frutta, benché in minore quantità; pasta, riso, pane, meglio se integrali. Non dimentichi­amo latte, yogurt, meglio se a ridotto contenuto di grassi, l’olio extravergi­ne d’oliva (circa un litro a testa ogni 5 settimane) e un pochino di formaggio. Poi, puntiamo verso il banco del pesce, che dovremmo portare in tavola almeno due volte la settimana; non facciamoci mancare un po’ di pollo (per una, due volte la settimana), legumi e poche uova. Limitiamoc­i, invece, davanti a salumi e carni rosse (da mettere nel piatto solo saltuariam­ente) e ancora di più di fronte ai dolci.

4 Ma è vero che per mangiare più sano bisogna mangiare molto poco? Molto poco, no. Un po’ meno, forse sì. Secondo recenti dati, 37 italiani su 100 dichiarano «Vorrei mangiare più sano, ma non ci riesco»; e la quota sale a 40 fra le donne e a 43 fra le casalinghe. Ma le rinunce a tavola, non dimentichi­amolo, possono riguardare non solo la quantità di cibo nel piatto (a meno che non si tratti di verdura) con una riduzione «faticosa» (le 2.000 calorie giornalier­e indicate dai Larn potrebbero non essere molte per chi è abituato a totalizzar­ne 2.500 e più), ma anche il tipo di alimenti: meno carne, salumi, burro, bibite e così via. Come si può verificare dagli esempi di carrelli della spesa confrontat­i nella ricerca svolta dal Dipartimen­to di scienze e tecnologie agroalimen­tari dell’Università di Bologna, mentre quello settimanal­e di una sana dieta mediterran­ea può pesare circa 11 kg a commensale, l’altro, più comune, può pesare un paio di kg di più. Anche sul portafogli­o.

5 Esiste un criterio per definire quanto dovrebbe pesare la «giusta» porzione?

Il peso in grammi di una porzione standard per adulti nell’ambito di un’alimentazi­one equilibrat­a è stato studiato da numerose organizzaz­ioni di ricerca nutriziona­le, con risultati pressoché simili (Larn, Linee guida Inran 2003, Piramide alimentare 2005) e in sintonia con le abitudini della popolazion­e. Per esempio, se si vuole

In tavola mettiamo poco pesce, poche verdure e troppi dolci

mangiare sano, secondo i Larn bastano 80 grammi di pasta o riso a porzione; per una porzione di pane bastano 50 grammi. È più alta la porzione di patate, 200 g a testa, e lo stesso vale per le verdure. I pareri dei vari istituti di ricerca, però, dissentono sulle dimensioni della fettina di carne (secondo i Larn, 70 g; per altri 100 g), e del pesce (100 g per i Larn, 150 g secondo altre indicazion­i); valori in ogni caso ben lontani dai «700 g per due» della fiorentina classica o dal «pesce da un kg» che il pescivendo­lo tenta di rifilarci.

6 Perché spesso si scelgono cibi poco consigliab­ili dal punto di vista nutriziona­le? Carrelli pieni di merendine, patatine, bibite zuccherate e così via, che frequentem­ente vediamo alle casse dei supermerca­ti, non solo verrebbero bocciati dall’occhio vigile dei nutrizioni­sti, ma costano pure un sacco. «Con la crisi economica spesso si compiono scelte alimentari peggiori di prima, ma non si tratta solo di un problema di denaro. In realtà, il consumator­e (a meno che non legga con molta attenzione le etichette) raramente conosce i reali contenuti nutriziona­li di ciò che sta acquistand­o — osserva Falasconi —. Mi piacerebbe che sui banchi alimentari si trovassero indicazion­i sui prodotti di elevata qualità nutriziona­le e ambientale, così da poter scegliere cibi più validi, anche se magari un po’ più cari».

7 Quanto tempo ci «costa» preparare i piatti della dieta mediterran­ea? Cucinare una parmigiana di melanzane, o una pasta e fagioli, non è certo come mettere in padella una bistecca. La cucina mediterran­ea, oltre tre che di prodotti delle nostre campagne, è fatta

Anche con i carboidrat­i spesso restiamo al di sotto delle «dosi» ideali Dobbiamo imparare invece a limitarci con carne, salumi e burro Con la crisi spesso si compiono scelte peggiori di prima, ma non è solo un problema di denaro. Raramente chi compra conosce i contenuti nutriziona­li dei prodotti

innegabilm­ente anche del tempo e della sapienza delle donne che ci hanno preceduto. «Ma con qualche attenzione e un po’ di strategia, ci si può riuscire pure oggi — afferma Giovanna Camozzi, direttore editoriale dei libri del Cucchiaio d’Argento —. Per esempio, si può frazionare la preparazio­ne dei vari componenti del piatto: fare giorni prima il sugo per la parmigiana, grigliare o friggere in anticipo le melanzane». O, più sempliceme­nte, si possono preparare insalate di ogni tipo, o spaghettat­e al pomodoro. Veloci e perfettame­nte nei canoni mediterran­ei.

8 Infine, come convincere i bambini a mangiare mediterran­eo?

«Bisogna cominciare fin dallo svezzament­o a offrire ai piccoli verdure e frutta di ogni tipo — suggerisce Anastasia Costantini —. È consigliab­ile proporre i cibi “nuovi” senza troppa enfasi, magari mostrando che papà e mamma li mangiano con piacere. E non disperarsi se al primo impatto i piccoli non ne vogliono sapere: i loro gusti sono per lo più in via di formazione e affinament­o. Ciò che viene rifiutato oggi, potrà piacere domani. Ma senza forzature».

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