La crisi con Atene, provvisoriamente conclusa da un duro diktat, potrebbe avere nei suoi sviluppi effetti imprevedibili sull’Unione, anche positivi
La ragione di fondo per cui la Grecia soffre è che si tratta di un Paese poco efficiente e competitivo, con una struttura economica debole, istituzioni inadeguate e una classe politica che definire non lungimirante è un pietoso understatement. La Grecia avrebbe dunque sofferto anche se non fosse stata accolta nell’euro e continuerà a soffrire in futuro, sia che per ora rimanga nell’eurozona — come sembra consentire l’accordo appena raggiunto — sia che in seguito ne venga espulsa se i termini dell’accordo risulteranno insostenibili.
Su questo meraviglioso e infelice Paese (e su altri con caratteristiche analoghe, anche se meno estreme: parlo a nuora perché suocera intenda) l’attuale regolazione dell’eurozona — nonché il comportamento delle istituzioni finanziarie — hanno influito in due modi. Da un lato, fino alla crisi, abbassando a livelli irrealistici il costo di un credito rischioso, così consentendo a politici irresponsabili indebitamenti eccessivi e suscitando nei cittadini l’illusione di un benessere insostenibile nel lungo periodo. In seguito, esplosa la crisi finanziaria, eliminando la possibilità di utilizzare gli strumenti di intervento solitamente adottati in passato, la svalutazione della moneta nazionale e l’uso massiccio della spesa pubblica in disavanzo.
Il divieto di utilizzare questi strumenti illusori, che spesso nascondono e aggravano i veri problemi, è in sé una buona cosa, un obiettivo da perseguire. Ma, siccome diventare efficienti e competitivi mediante profonde riforme strutturali è un compito assai difficile — e le istituzioni e i politici nazionali sono quelli che sono — scoppiato il bubbone le istituzioni europee e il Fondo monetario hanno preteso il drastico programma recessivo che ha condotto al disastro in cui la Grecia si trova ora.
Domanda: il campanello d’allarme non avrebbe dovuto suonare prima della crisi del 2008, quando era chiaro che la Grecia le riforme non le stava facendo e stava accumulando debiti insostenibili, se le condizioni finanziarie internazionali fossero mutate? Non si sarebbe
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