IL BULLISMO CULTURALE CONTRO CARLO GIOVANARDI
Chissà se i vacanzieri cortinesi riusciranno mai a capire quanto sia ridicolo il loro ostracismo nei confronti di Carlo Giovanardi. Impedendo la presentazione di un libro di Giovanardi magari avranno creduto di compiere un eroico gesto, un atto che rimarrà negli annali della resistenza contro l’oppressore. Avranno scambiato una bravata per una manifestazione di impegno civile. Avranno pensato che, costringendo gli organizzatori a fare marcia indietro sulla presentazione, sono riusciti a impedire che il diavolo giovanardesco si materializzasse tra i monti e i rifugi della splendida e indifesa Cortina d’Ampezzo. E invece sono soltanto i portavoce di un’intolleranza difficile da smaltire. Di un’intolleranza ridicola, nel caso specifico.
Bastava disertare la presentazione, se Giovanardi gli stava antipatico. Ma da loro questa elementare verità non è stata presa nemmeno in considerazione. Dovevano mostrare i muscoli. Dovevano dare prova del bullismo da montagna, e ci sono riusciti. Attraverso di loro, e questa è la parte seria di quel che è accaduto a Cortina, parla il nuovo conformismo che considera la presentazione di un libro come una provocazione da rintuzzare. Quelli che fischiano prima di ascoltare. Quelli che non hanno rispetto per chi ha voglia di leggere libri non graditi dal manipolo di volenterosi. Quelli che la libertà d’espressione per tutti è un concetto troppo difficile per essere metabolizzato. Quelli che vorrebbero vedere i libri censurati, i giornali chiusi nelle tipografie. Quelli che non sopportano un’opinione diversa, fosse quella più distante e indigeribile. Quelli che sono intolleranti mostrano la faccia della bontà, della correttezza, dei buoni sentimenti, del progresso, della carità. Quelli che hanno bisogno del nemico assoluto da ostracizzare. Ecco perché bisogna stare dalla parte di Giovanardi a Cortina. Per criticarlo. Ma per fargli esprimere liberamente le sue idee. Troppo difficile da capire? No. È facile. Ma per gli intolleranti vecchi e nuovi, con i pantaloni alla zuava, è difficilissimo, impossibile da capire.