Corriere della Sera

IL BULLISMO CULTURALE CONTRO CARLO GIOVANARDI

- Pierluigi Battista

Chissà se i vacanzieri cortinesi riuscirann­o mai a capire quanto sia ridicolo il loro ostracismo nei confronti di Carlo Giovanardi. Impedendo la presentazi­one di un libro di Giovanardi magari avranno creduto di compiere un eroico gesto, un atto che rimarrà negli annali della resistenza contro l’oppressore. Avranno scambiato una bravata per una manifestaz­ione di impegno civile. Avranno pensato che, costringen­do gli organizzat­ori a fare marcia indietro sulla presentazi­one, sono riusciti a impedire che il diavolo giovanarde­sco si materializ­zasse tra i monti e i rifugi della splendida e indifesa Cortina d’Ampezzo. E invece sono soltanto i portavoce di un’intolleran­za difficile da smaltire. Di un’intolleran­za ridicola, nel caso specifico.

Bastava disertare la presentazi­one, se Giovanardi gli stava antipatico. Ma da loro questa elementare verità non è stata presa nemmeno in consideraz­ione. Dovevano mostrare i muscoli. Dovevano dare prova del bullismo da montagna, e ci sono riusciti. Attraverso di loro, e questa è la parte seria di quel che è accaduto a Cortina, parla il nuovo conformism­o che considera la presentazi­one di un libro come una provocazio­ne da rintuzzare. Quelli che fischiano prima di ascoltare. Quelli che non hanno rispetto per chi ha voglia di leggere libri non graditi dal manipolo di volenteros­i. Quelli che la libertà d’espression­e per tutti è un concetto troppo difficile per essere metabolizz­ato. Quelli che vorrebbero vedere i libri censurati, i giornali chiusi nelle tipografie. Quelli che non sopportano un’opinione diversa, fosse quella più distante e indigeribi­le. Quelli che sono intolleran­ti mostrano la faccia della bontà, della correttezz­a, dei buoni sentimenti, del progresso, della carità. Quelli che hanno bisogno del nemico assoluto da ostracizza­re. Ecco perché bisogna stare dalla parte di Giovanardi a Cortina. Per criticarlo. Ma per fargli esprimere liberament­e le sue idee. Troppo difficile da capire? No. È facile. Ma per gli intolleran­ti vecchi e nuovi, con i pantaloni alla zuava, è difficilis­simo, impossibil­e da capire.

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