Corriere della Sera

I cinesi di Tsinghua vogliono Micron Maxi-Opa da 23 miliardi per i chip Usa

Sarebbe la maggiore acquisizio­ne di un gruppo di Pechino a Wall Street

- Corinna De Cesare

Il sorpasso è già avvenuto a fine 2014 quando la Banca mondiale e l’Fmi hanno ufficializ­zato la notizia: l’economia cinese è passata al primo posto nel mondo (a parità del potere d’acquisto). Secondi gli Stati Uniti. Ma la «prova provata» del cambiament­o in atto è in un certo senso stato sigillata ieri quando si è diffusa l’indiscrezi­one che la cinese Tsinghua Unigroup ha presentato un’offerta per acquistare la società americana di chip Micron Technology per 23 miliardi di dollari. Se l’operazione andasse in porto, si tratterebb­e della maggiore acquisizio­ne cinese di una società Usa.

Tsinghua Unigroup è infatti il braccio d’investimen­to dell’Università di Tsinghua e ha il sostegno del governo centrale della Cina. Ma ha anche uno zampino in Italia dove nel 2010 ha acquistato una società nata da una cessione di ramo di azienda di StMicroele­ctronics. Il presidente del gruppo Zhao Weiguo ha confermato a Bloomberg l’interesse su Micron mentre l’azienda americana, attraverso un portavoce, ha fatto sapere di non aver ricevuto alcuna offerta. Ma la proposta di acquisto potrebbe essere lanciata già domani con un’offerta da 21 dollari per azione e un premio del 19,3% rispetto alla chiusura del titolo Micron di lunedì. Ieri invece la società a Wall Street è arrivata a guadagnare fino al 12,4% .

L’industria di chip vale 80 miliardi di dollari e anche se Micron occupa sul mercato il quarto posto, dopo le coreane Samsung, Sk Hynix e la giapponese Toshiba Corp, il suo andamento in Borsa quest’anno ha risentito di una curva a dir poco fiacca, con una caduta del 49%. I chip che produce sono i «Dram» usati dai pc e resi adeguati alla memorizzaz­ione di musica, immagini e altri dati su smartphone e dispositiv­i mobili. L’acquisto di questo tipo di tecnologia sarebbe un’opportunit­à importante per la Cina, patria di grandi produttori hardware come Lenovo e Xiaomi, di dipendere meno dalle tecnologie straniere e aumentare il suo potere contrattua­le.

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