Corriere della Sera

Sospetti su Froome Vincenzo invece deve dare un segno

- Di Paolo Tomaselli

Nello sport si vince e si perde. Nel ciclismo si sospetta. Come due anni fa, Froome domina sul primo arrivo in salita e adesso ha davanti a sé due settimane di polemiche, dubbi e domande. Se i dati «rubati» della sua prestazion­e nel 2013 sul Mont Ventoux sono veri (battito cardiaco mai sopra i 160: il video diffuso ieri è su Dailymotio­n) il kenyano bianco farà bene a dare delle spiegazion­i, a scanso di equivoci: non è escluso né che quei dati siano sballati a prescinder­e, né che le sue pulsazioni massime siano molto basse. Ma chiudersi in uno sdegnato mutismo non farà altro che alimentare le polemiche, i pettegolez­zi e le ombre. Ieri anche Lance Armstrong ha fatto qualche allusione sulla prestazion­e di Chris, salvo poi chiarire che lui «non ha la credibilit­à per rispondere» alla domanda se la maglia gialla sia troppo forte per essere pulita. Di sicuro 10 anni dopo l’ultima recita, il cowboy giallo resta un punto di riferiment­o: non solo perché Froome applica la sua stessa tattica, quella di ammazzare il Tour alla prima salita. Ma anche perché dopo che le vittorie di Armstrong sono state rase al suolo dalle fondamenta, nessuno crede più alle grandi prestazion­i. E in pochi probabilme­nte si divertono. Figuriamoc­i gli avversari. Nibali non è «nemmeno il fratello» di quello dell’anno scorso, ma lui stesso aveva messo le mani avanti prima della vittoria al campionato italiano: «Troppi impegni invernali hanno influito sulla preparazio­ne». Capita, perché a differenza di altri sport, se vai alle feste o al Festival di Sanremo spendi energie che poi non riesci più a recuperare. Nessuno ne farà una grossa colpa a Vincenzo, dopo l’impresa in giallo dello scorso anno. Ma è impensabil­e vederlo ciondolare ancora in salita come ieri dopo appena 5 chilometri: il rischio è quello di sminuire anche la vittoria del 2014, ottenuta proprio senza Froome (e Contador) azzoppato da una caduta. «Quien me quita lo bailado» dice un motto ripreso dal tango argentino e spesso citato dal grande allenatore di volley Julio Velasco: «Nessuno può togliermi quello che ho già ballato». E nessuno toglierà a Vincenzo la grandezza del suo Tour. Ma con il suo orgoglio, che a volte è superiore perfino alla sua classe, il campione d’Italia adesso deve dare un segnale. Il tempo e le salite non mancano di certo.

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