Rossella la regina di spade «Non ho vinto per caso»
Fiamingo ci riprova: «Sono cresciuta, più autostima e meno dubbi»
Nel primo anno da regina di spade, Rossella Fiamingo ha scoperto che le avversarie si sono messe a guardarla con occhi differenti. Un po’ era rispetto e un po’ era sfida: «Non avevano nulla da perdere. Nelle loro stoccate avvertivo tanta sicurezza, mentre io ne avevo sempre di meno e questo lo pativo». Un’annata difficile. Più in salita che in discesa. E con la necessità di riannodare un filo, perché — ecco un’altra eredità del successo — «scopri davvero che rimanere in alto è difficile».
Ripetersi? Quasi impossibile, sottolinea. Roba da fiorettiste: «In quest’arma, come nella sciabola, i più forti vanno avanti. Al contrario, nella spada c’è maggiore equilibrio». Eppure l’argento all’Europeo di un mese fa ci ha finalmente restituito la Rossella di Kazan 2014, quella della corsa all’oro. Oggi di nuovo la terra di Russia potrebbe confermare questa zarina straniera dai modi garbati e dallo sguardo dolce.
Per la Fiamingo il Mondiale è un punto di svolta che deve rimuovere certe disillusioni («Credevo di aver capito come si fa a vincere, invece non è stato così») e regalare nuove sicurezze: «Le gare individuali non sono andate bene fino a giugno. Però la stagione è stata ugualmente di crescita, in particolare Campionessa Rossella Fiamingo, 24 anni, ha vinto l’oro mondiale nella spada un anno fa a Kazan, oggi a Mosca tenta la doppietta. Un mese fa, agli Europei, ha conquistato l’argento (Bizzi)
Il Mondiale è partito male. Zero alla voce sciabola: ori alla Russia con Yakimenko e la Velikaya, in bianco sia le donne sia gli uomini italiani. Aldo Montano (foto) negli ottavi s’è bloccato mentre stava regolando il tedesco Hartung, arrivato poi al bronzo una volta eliminato l’olimpionico Szilagy, contro il quale hanno sbattuto Berré e Curatoli. Un tabellone duro in realtà s’era fatto possibile, con l’eventualità di un quarto tutto azzurro. «S’è spenta la luce, inutile girarci attorno» è il commento di Montano. Deluso? Di più. L’unica consolazione è che in chiave qualificazione olimpica i danni sono contenuti. nelle prove a squadre: tocca a me chiudere gli assalti e così mi ritrovo a dover mantenere un vantaggio o a dover rimontare. In entrambi i casi non ho tempo per farmi travolgere dalla fifa». Più che la tecnica, già ottima, s’è dunque affinata la mente: «Nei momenti chiave ho imparato a svegliarmi e a ricordarmi che non sono campionessa per caso: l’autostima è aumentata e ho sistemato un po’ di dubbi».
Ieri Rossella ha compiuto 24 anni. Se n’è andata in giro da sola per Mosca. Non sappiamo se si sia regalata qualcosa, magari il dono sarà ribadire la legittimità del suo regno. Anno II dell’età dell’oro? «Non ci penso, altrimenti casco nell’ansia. Faccio due conti: un titolo già ce l’ho; il primo obiettivo è rimanere in zona medaglia. L’incontro iniziale sarà il più complicato e in assoluto non dovrò tirare pensando che tutto mi è dovuto, in quanto campionessa. Ma nemmeno dovrò avere incertezze sul mio valore». È l’equilibrio trovato da un’atleta che, in un anno, ha messo a fuoco pure passaggi importanti per la vita. Il primo: ha tenuto il personaggio lontano dalla schermitrice. «Ho scoperto che la vittoria offre altre opportunità. Però non ho mai sentito emozioni più forti di quelle provate nello sport, per cui la priorità è la scherma». Il secondo: ha comperato una casa, «dove andrò a vivere da sola». Da sola? Ma non c’è un nuovo amore dopo la storia con Luca Dotto? «Vedremo se mettere anche il fidanzato, nella casa. Sono diventata selettiva, anche troppo; però penso di aver trovato la persona giusta».
Giù la maschera, tocca a Rossella regina di spade. «La sconfitta va messa in conto. D’altra parte non accetterei mai di aver perso per paura. Anch’io, come la Vezzali, piango tanto. Ma poi Valentina fa piangere le avversarie: è da copiare pure in questo».