Basso ottimista «Lo spavento è stato forte ma reagirò»
prendenti. Scattando in faccia a Contador e Quintana, Froome passò da 400/420 watt a 650 con il cuore incollato a 153/155 battiti. Venti meno dei suoi colleghi in una situazione simile. Secondo il suo frequenzimetro, insomma, Froome stava quasi passeggiando: la pedalata e i watt impazziscono, il cuore resta impassibile. Fabrizio Tacchino, formatore dei tecnici italiani di ciclismo: «Se vedo un file del genere penso ad un’anomalia tecnica. O a un cuore fuori norma».
In conferenza stampa non c’è spazio per i convenevoli. Per quattro volte a Froome viene chiesto di commentare illazioni e prestazioni. Per tre volte l’inglese non risponde («Sono concentrato sulla corsa») alla quarta, tesissimo, spiega di essere disponibile a ogni controllo e contro ogni forma di doping, chimico e tecnologico (leggi motore nella bici). La domanda chiave («Chris Froome ha un cuore umano?») verrà riproposta a lui e a Sky da qui alla fine del Tour. E una risposta prima o poi dovrà arrivare.
Scatenato Chris Froome sale verso il traguardo tra l’entusiasmo dei tifosi
(Afp) La sua salita più dura Ivan Basso l’affronta oggi. Non sui Pirenei ma al San Raffaele di Milano. Il varesino, che ha lasciato il Tour dopo la diagnosi di tumore al testicolo, verrà operato dal professor Francesco Montorsi. Roberto Corsetti, per anni suo medico di squadra, sta seguendo il decorso: «Si è deciso per l’operazione immediata — spiega al telefono Corsetti — perché il tumore, evidenziato da una Tac con contrasto, è apparso limitato e localizzato. Poi Ivan è un soggetto giovane. È possibile che venga eseguita una biopsia estemporanea: servono venti minuti, si preleva un campione e si fa un esame istologico sommario per capire quanto radicato è il tumore e come intervenire. In questi casi, il problema più dell’ampiezza è di capire la profondità nel tessuto della massa tumorale. Nell’ipotesi migliore si evita addirittura la terapia radiologica post operatoria, che è sempre un gran fastidio. L’intervento durerà un paio d’ore». E il recupero? «Con un intervento fatto a regola d’arte — spiega Corsetti — si può tornare a fare attività agonistica di alto livello». Basso, dal canto suo, è apparso tranquillo. «Lo spavento è stato forte — ha detto — ma io cerco sempre di reagire anche nelle situazioni molto complicate come questa».