Ancora la tattica del lupo solitario Come vuole l’Isis
Due giorni fa l’appello a «colpire in Occidente»
Muhammad Youssef Abdulazeez, originario del Kuwait ma naturalizzato americano. In base alle prime informazioni — e dunque suscettibili di cambiamenti netti — sarebbe lui il responsabile dell’attacco a Chattanooga, in Tennessee.
Al momento è impossibile dire con certezza se esistano legami con il terrorismo internazionale o sia invece un gesto «nato in casa». Su Internet è apparso un messaggio in contemporanea alla sparatoria, lo ha postato e poi tolto un presunto simpatizzante Isis. Un messaggio però molto confuso. Saranno le indagini dell’Fbi a definire la cornice di questa nuova strage. Ma senza dubbio il modus operandi ricorda altri episodi, spesso avvenuti negli Usa, con installazioni militari prese di mira da killer solitari.
A Little Rock, Arkansas, nel giugno 2009, un soldato fu ucciso in un centro di reclutamento dal convertito Carlos Bledsoe. Qualche mese dopo, a Fort Hood (Texas), il maggiore Nidal Hasan ha aperto il fuoco sui commilitoni: 13 le vittime. Attentati ispirati dal pensiero qaedista ed eseguiti nel nome di una Jihad eseguita in modo individuale pur con legami ideologi (e rapporti) ampi. Potremmo dire un lupo solitario quando è in caccia ma pur sempre parte di un branco. Una tattica poi ripresa anche dallo Stato Islamico che, in modo pressante, non ha mai smesso di incitare ad usarla. Facile e fattibile, in quanto non servono ordini e neppure reti logistiche ma solo l’ispirazione e magari qualche contatto.
A questo proposito è interessante notare come appena due giorni fa sul numero 10 di Dabiq, la rivista online dello Stato Islamico, sia uscito un nuovo appello a colpire, un invito rivolto proprio a chi agisce in modo autonomo, senza apparenti appoggi. E nell’articolo è stato citato il ben noto messaggio del portavoce Al Adnani che esortava i mujaheddin ad agire nei Paesi occidentali, in base alle loro possibilità.
Sulla stessa rivista, gli islamisti hanno salutato coloro che si sono «uniti alla carovana», un riferimento ai protagonisti di molti attacchi dall’Europa agli Usa, compreso l’afroamericano che ha assalito 4 agenti a colpi d’ascia a New York. Dabiq ha poi rinnovato la rivendicazioni per quanto avvenuto a Isère (Lione), Sousse (Tunisia) e in Kuwait, un giorno nero ribattezzato «il venerdì di sangue».
Per lo Stato Islamico, l’autore dell’attacco all’impianto chimico francese è stato condotto da un guerriero che si è mosso in difesa del Califfato ed ha decapitato «un crociato». Una sottolineatura che contrasta con le dichiarazioni confuse dell’autore del brutale omicidio, un uomo che sembra aver agito per questioni private e le abbia poi mescolate a vaghe motivazioni politiche. Invece, l’Isis ha messo il cappello su questo evento criminoso inserendolo nella sua campagna dove conta più l’emulazione che un vero ordine.