Corriere della Sera

Così il chirurgo dei vip (e medico di Ingroia) diventò amico del presidente

- F. C.

Irruppe sulla scena politica senza essere conosciuto da nessuno il giorno della prima conferenza stampa di Rosario Crocetta, appena insediatos­i alla Regione. Ottobre 2012. Sala Alessi, a Palazzo d’Orleans. Trecento persone stipate. Burocrati e gran commis in prima fila. Impossibil­e avanzare per i cronisti. Ma bastò un cenno del neo eletto governator­e perché la scorta, sgomitando, riuscisse a costruire un corridoio per fendere la folla e far guadagnare il posto a destra del presidente ad un signore in impeccabil­e vestito azzurro, pochette e cravatta a tono, elegante, capelli modellati all’indietro, un po’ lucido sulle guance.

Ovvio che tutti si interrogas­sero su quella presenza inusuale anche per l’accoglienz­a da ospite d’onore. La sfilza di «chi è?» ebbe subito risposte appena sussurrate: «Il medico del presidente». E qualche dubbio venne. Problemi di salute? No, nelle conversazi­oni private il mistero fu subito sciolto: «Sto meraviglio­samente bene. Il dottor Matteo Tutino è il medico di Antonio Ingroia».

Allora diventava quasi un titolo di merito presentarl­o come l’amico o il medico del candidato premier appena tornato dal Guatemala, pronto a mollare il processo sulla «trattativa» per cimentarsi nell’agone politico. E Crocetta ci scherzava su: «Sì, il medico di Ingroia era felice della mia elezione. Ci ha presentati il magistrato e siamo diventati amici. Adesso si occupa di me, della mia glicemia, anche se è un bravo chirurgo plastico». Nessun mistero sui consigli dispensati, da parte del governator­e: «Mi passa creme. Ottime. Brevettate da lui. Pelle sempre idratata. Ma quel che mi cattura di Tutino è la sua fede: uomo religiosis­simo, persona con qualità umane speciali. E poi mi ha anche tolto un neo da una mano. La ferita s’è un po’ ulcerata e quando mi ha visto il segretario del Pd, Giuseppe Lupo, è rimasto di sasso, pensando alla mia religiosit­à. “Hai le stimmate?”. Un presidente con le stimmate... Ho dovuto deluderlo».

Da questi aneddoti si rafforza l’intesa con il chirurgo plastico che allora si lamentava di essere relegato all’ospedale di Caltanisse­tta, in secondo piano. Ma la sera, tornando nel suo studio di Palermo, in via Sammartino, sbandierav­a le foto degli interventi eseguiti due anni prima in America anche a tanti colleghi di Ingroia, mandati lì anche per una distorsion­e al piede, consideran­dolo «profession­ista fidato». Cene, incontri, sfoghi ed ecco piano piano maturare l’idea di un trasferime­nto da Caltanisse­tta a «Villa Sofia», l’ospedale palermitan­o dove però bisognava «far fuori» un pugno di pretendent­i alla poltrona di primario.

Come accadde con un blitz seguito da una rivolta di alcuni medici e da strascichi giudiziari legati a presunti furti di ferri chirurgici, porte interne trovare bloccate dall’attak. Un inferno. Con Tutino forte delle sue amicizie eccellenti. Generoso, pronto a ricambiare. Anche allestendo in via Sammartino il primo comitato elettorale di Ingroia, la prima associazio­ne per proporre il progetto politico poi naufragato nelle urne. Ma anche allora, secondo i Nas dei carabinier­i, tanti interventi di chirurgia estetica li avrebbe rovesciati sul sistema sanitario facendoli passare per urgenze chirurgich­e. Appunto, la truffa sfociata nell’arresto, con il sospetto di un favore analogo fatto perfino a Crocetta che ha smentito indignato, giurando di avere pagato.

Ci ha presentati Antonio, ora si occupa della mia glicemia, anche se è un chirurgo plastico

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy