Concordati, arriva l’obbligo della gara per recuperare di più
( f.mas.) Si rafforza il «modello San Raffaele» nel decreto fallimentare, ovvero la contendibilità dell’azienda in crisi per realizzare il giusto prezzo dalla vendita dei beni a vantaggio dei creditori. Ieri alla commissione Giustizia della Camera sono stati approvati emendamenti significativi nella legge di conversione — relatore David Ermini ( foto) del Pd — che rafforzano il decreto. In particolare è stato reso automatico il ricorso alla gara quando il concordato preveda già un compratore: in questo l’esperienza del San Raffaele, dove con l’intervento del tribunale di Milano è stata aperta la gara e il ricavato è quasi raddoppiato, è servita da esempio. Il principio delle offerte concorrenti si accompagna a quello dei piani concorrenti: ovvero, uno dei creditori può adesso proporre di rilevare l’azienda offrendo un recupero più alto di quello proposto nel concordato. Diventa inoltre vincolante la quota di soddisfacimento dei creditori: l’imprenditore deve dimostrare di poter restituire almeno la percentuale di debiti proposta, che non sarà più solo indicativa. Introdotto poi l’obbligo di soddisfare almeno al 20% ogni singolo creditore, come richiesto da tempo da Confindustria. Infine non vale più il silenzio assenso ma serve il voto espresso della maggioranza dei crediti per l’approvazione di un piano. Per la riforma complessiva del diritto fallimentare si attende comunque una legge delega dal governo, cui sono interessati non solo le banche ma anche le piccole e medie imprese, soprattutto fornitrici, le più esposte a concordati con quote talvolta risibili di recuperi. Il dibattito, come si dice, è aperto: lunedì 20 un gruppo di imprenditori — Alberta Marniga, Serenella Antoniazzi, Franco Daniele — si riunisce alla Cattolica di Milano con magistrati e politici per un convegno dal titolo quanto mai evocativo: «Fallimenti e concordati stanno uccidendo le imprese».