Giusto cambiare se perdi giocatori non sostituibili
La Juve sta cambiando quanto una squadra che vince raramente ha fatto. C’è ancora una differenza importante con le avversarie, anche con le nuove milanesi, ma è un’altra Juve. Sembra un cambiamento più imposto che voluto. La vecchiaia di Pirlo ha messo in moto una voglia di diversità che è diventata rapidamente una valanga. Con la cessione di Vidal la Juve ha perso i due terzi del suo centrocampo dominante. Con Tevez ha perso una trentina di gol a stagione. Gol pesanti, decisivi. Nessuno di questi tre giocatori è sostituibile, si può solo cambiare idea di gioco, prospettiva tecnica. Ripeto, la Juve sembra ancora nettamente migliore degli avversari, ma oggi è una squadra che dipende pochissimo dal proprio passato. È una squadra anzi che ricomincia. È questo nuovo inizio di strada di chi viene già da molto lontano la vera notizia dell’estate. È finita oggi davvero la Juve di Conte, nasce ufficialmente quella di Allegri. La rapidità della svolta, anche la sua pesantezza, è stata resa possibile dalla leggerezza degli avversari. Non ne esistono attualmente, ma per continuare a non averne la Juve dovrà ricominciare a trovarsi, a fare squadra. Per la prima volta dopo quattro anni, ha lo stesso problema degli altri. Vedremo adesso chi sostituirà Vidal, giocatore particolare. Esistono mezzali migliori e fantasisti più classici, ma pochissimi giocatori che abbiano le due cose insieme come aveva Vidal. Mi sembra che Allegri stia scegliendo un centrocampo coperto, adatto a reggere tre punte di fantasia in attacco. Le soluzioni sono molte, la Juve può divertirsi a sperimentarle, ma appunto, dovrà sperimentare. Non è grave, è solo inconsueto per chi vive vincendo. Un ritorno a usi e necessità quasi dimenticate. Sarà fondamentale vedere il tempo che si darà Dybala per finire di crescere. È un talento purissimo che ha fino a oggi giocato spesso in contropiede. Ora avrà davanti difese schierate. Quando gli successe con il Palermo in B, ebbe qualche difficoltà. Ma non c’è attaccante in Italia che abbia le sue qualità tecniche. La sensazione in generale è di una squadra che ha molto più degli altri, ma a cui manca ancora qualcosa.