Corriere della Sera

Giusto cambiare se perdi giocatori non sostituibi­li

- Di Mario Sconcerti

La Juve sta cambiando quanto una squadra che vince raramente ha fatto. C’è ancora una differenza importante con le avversarie, anche con le nuove milanesi, ma è un’altra Juve. Sembra un cambiament­o più imposto che voluto. La vecchiaia di Pirlo ha messo in moto una voglia di diversità che è diventata rapidament­e una valanga. Con la cessione di Vidal la Juve ha perso i due terzi del suo centrocamp­o dominante. Con Tevez ha perso una trentina di gol a stagione. Gol pesanti, decisivi. Nessuno di questi tre giocatori è sostituibi­le, si può solo cambiare idea di gioco, prospettiv­a tecnica. Ripeto, la Juve sembra ancora nettamente migliore degli avversari, ma oggi è una squadra che dipende pochissimo dal proprio passato. È una squadra anzi che ricomincia. È questo nuovo inizio di strada di chi viene già da molto lontano la vera notizia dell’estate. È finita oggi davvero la Juve di Conte, nasce ufficialme­nte quella di Allegri. La rapidità della svolta, anche la sua pesantezza, è stata resa possibile dalla leggerezza degli avversari. Non ne esistono attualment­e, ma per continuare a non averne la Juve dovrà ricomincia­re a trovarsi, a fare squadra. Per la prima volta dopo quattro anni, ha lo stesso problema degli altri. Vedremo adesso chi sostituirà Vidal, giocatore particolar­e. Esistono mezzali migliori e fantasisti più classici, ma pochissimi giocatori che abbiano le due cose insieme come aveva Vidal. Mi sembra che Allegri stia scegliendo un centrocamp­o coperto, adatto a reggere tre punte di fantasia in attacco. Le soluzioni sono molte, la Juve può divertirsi a sperimenta­rle, ma appunto, dovrà sperimenta­re. Non è grave, è solo inconsueto per chi vive vincendo. Un ritorno a usi e necessità quasi dimenticat­e. Sarà fondamenta­le vedere il tempo che si darà Dybala per finire di crescere. È un talento purissimo che ha fino a oggi giocato spesso in contropied­e. Ora avrà davanti difese schierate. Quando gli successe con il Palermo in B, ebbe qualche difficoltà. Ma non c’è attaccante in Italia che abbia le sue qualità tecniche. La sensazione in generale è di una squadra che ha molto più degli altri, ma a cui manca ancora qualcosa.

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