Favorito
Lei infatti è l’eroe della fuga e della resistenza: partenza forte, alte frequenze e ciao a tutti. Una scelta o un obbligo?
« Entrambe le cose. Sono sempre partito forte anche da piccolino. Il cambio di passo non mi riesce e stare davanti mi dà sicurezza». Ma non scoppia mai? «Come no! Tra i 1000 e i 1300, come tutti. Non dico che ho le visioni, ma quasi...».
Mai pensato di rifiatare e aspettare l’avversario per il duello all’ultima curva?
«Non mi conviene. E poi meglio mettere pressione agli altri anziché subirla».
Sta rendendo spettacolare una gara ritenuta noiosa…
«Una bella soddisfazione. Ma secondo me il rischio di addormentarsi come succede a me con la F1 non esiste: qui ci sono la tecnica e la tattica, è una gara per intenditori, te la puoi godere. Nei 50 con tutti quegli schizzi cosa capisci?». Gregorio Paltrinieri, 21enne di Carpi, è primatista europeo dei 1500 stile libero. Si presenterà ai Mondiali di Kazan (in programma dal 24 luglio al 9 agosto) con il miglior tempo del 2015: 14’43”87
Ma perché un ragazzino sceglie la prova più faticosa?
«Fino a 12 anni ero ranista, poi sono cresciuto all’improvviso, ho perso coordinazione e allora ho cambiato stile. La scelta dei 1500 è venuta naturale: amavo nuotare tanto e avevo resistenza». Oggi quanto si allena? «Mediamente nelle fasi di carico 18 km al giorno: 10 sedute in acqua e 3 in palestra a settimana. Mi piace. Certe volte anzi mi devono rallentare…».
Sun Yang, primatista mondiale, ha una vicenda di doping alle spalle.
«Non è bello sentire certe storie. Voglio sperare che in buona fede abbia commesso un errore. È un fenomeno, non ne avrebbe bisogno». Lei invece si dopa con l’Nba? «È così. Ho giocato anche a basket, sono un tifoso dei New York Knicks, sogno di vedere presto una partita dal vivo».
Il suo idolo nuotatore è stato Ian Thorpe.
«Il più grande di tutti. Nel 2003 papà Luca mi portò a Barcellona a vedere i Mondiali. Avevo 9 anni e mi innamorai di quel tipo col costumone lungo che pareva un pesce, nuotava da dio e vinceva tutto. Lì comprai il poster e ce l’ho ancora sul muro». Perché il nuoto? «Papà gestiva una piscina a Novellara, la passione è nata da lì. Poi ho cominciato ad andare forte subito, dunque…».
Spesso gli sportivi parlano di rinunce e sacrifici. Lei l’ha vissuta così?
«Per niente. Ho fatto tante esperienze in più e più importanti, vedo il mondo, mi diverto a nuotare. Saltare una sera in discoteca non è stato un cruccio».
Però racconta che la vita qui al Centro federale di Ostia non è il massimo…
«Ora la vede d’estate ed è bello, ma d’inverno è dura». Rio, Olimpiade. Ci pensa? «I Giochi sono una tappa fondamentale per un atleta. A Londra avevo solo 17 anni, non ero pronto, anche se poi ho fatto quinto ed ero a fianco di Sung che ha fatto il record del mondo. Ora sarà diverso».
Adesso infatti il poster è lei. Atleta e ragazzo modello. Una responsabilità?
«Cerco di non farci caso, la mia priorità rimane nuotare. Però vedo com’è cambiato l’atteggiamento della gente per strada o sui social e mi rendo conto che un esempio va dato».
A 20 anni fama e denaro distraggono?
«Non direi. Guadagnare fa piacere. Ho uno stipendio (nuota per le Fiamme Oro, ndr) e gli sponsor, ma il denaro non è un’ossessione».
È vero che ha dato il suo primo
Lavoro per arrivare ai Mondiali a Kazan in forma. L’oro sui 1500? Ci provo. Sugli 800 la vedo più dura I 1500 sono lunghi e faticosi ma non c’è il rischio di addormentarsi come in F1: qui ci sono tecnica e tattica
voto a Renzi?
«Confermo, mi piace. Anche se seguire la politica non è poi così appassionante...».
Tre anni fa il terremoto in Emilia ha sconvolto la vita della famiglia Paltrinieri.
«Siamo stati fuori di casa 16 mesi, mi sono trasferito da mia nonna, abbiamo dovuto praticamente ripartire da zero. Esperienza dura, ma è passata. E Carpi si è rialzata».
Chi e che cos’altro c’è nel mondo di Greg?
«Sono fidanzato con Letizia da due anni e mezzo. Ascolto hip hop. Leggo molto: sto finendo la biografia di Ibrahimovic ma a Kazan mi porterò un giallo. Guardo serie tv, rigorosamente americane: ho amato Breaking Bad, mi sta entusiasmando True Detective». Poi è un noto juventino. « Il giorno della finale di Champions, durante il collegiale in Sierra Nevada, siamo scesi a vederla a Granada. Ero in maglia bianconera solo contro decine di spagnoli, aveva la maglia del Barcellona pure il Moro (coach Stefano Morini, interista, ndr). Non bello…».
Ci racconta delle sue doti profetiche pregara?
«A inizio stagione scrivo sempre su un foglietto l’obiettivo dell’anno e prima della gara scrivo i passaggi che farò. Nei 1500 agli Europei di Berlino ho azzeccato tutto».
Quel 14’39’’93, record europeo, basterà per un oro anche in Russia?
«Mi sa che servirà migliorarsi, diciamo sul 14’35” (il record di Sun Yang è 14’31”02, ndr) ».
Lei nella profezia che cosa scriverà?
«È presto, ne riparliamo a Kazan».
Vedo che l’atteggiamento della gente e dei social è cambiato, ma la mia priorità resta nuotare