Corriere della Sera

Il fastidio della Cei: è la famiglia la priorità

- Virginia Piccolillo

Ingenera «confusione», perché attribuisc­e a unioni omosessual­i «diritti e doveri uguali a quelli previsti per la famiglia fondata sul matrimonio. Peccato non riscontrar­e altrettant­a attenzione in effettive misure di sostegno alla famiglia». Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale italiana, guasta la festa a Matteo Renzi che ha annunciato per fine anno il varo del ddl Cirinnà sulle Unioni Civili. Non è il primo scontro di vedute tra Renzi e la Cei. E non è nemmeno la prima tirata di orecchie che il premier riceve dai vescovi riguardo alla scarsa consideraz­ione per le famiglie: unico aiuto al tessuto sociale in un momento di crisi drammatica. Già il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, aveva fatto notare come a fronte di dichiarazi­oni sulla ripresa non ci fosse il lavoro e crescesse il disagio delle famiglie. Galantino era stato ancora più esplicito: «Il punto non è se Renzi piaccia a noi o no. Bisognereb­be chiedere alla gente se sta trovando le risposte». E aveva auspicato un nuovo ordine di priorità nell’agenda politica: con in testa la famiglia, il lavoro, i giovani. Ieri, dopo l’annuncio di un’accelerata sulle unioni civili, monsignor Galantino ha definito,con una dichiarazi­one all’Ansa, «paradossal­e» questa attenzione, «rispetto alle urgenze che si impongono sia a livello interno come a livello internazio­nale». «Nessuno è qui a mettere in discussion­e i diritti individual­i, che sono sacrosanti», ha voluto precisare il vescovo. «Ma restiamo convinti — dice — che una cosa sia la famiglia fondata su due persone di sesso diverso, come prevede l’articolo 29 della Costituzio­ne, e tutt’altra siano le unioni tra persone dello stesso sesso. È troppo chiedere che tale diversità venga rispettata dal legislator­e come dal Governo?». Il numero uno dei vescovi apprezza il termine diverso. Ma fa notare: «Se si guarda alla sostanza delle cose si deve considerar­e che siamo di fronte all’attribuzio­ne di un uguale regime a realtà che sono di fatto diverse. Come è sempre stato riconosciu­to, sia a livello giuridico che di senso comune. Principio di giustizia sarebbe, piuttosto, dare a ciascuno il suo...».

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