Crocetta: vogliono la mia vita Il Pd lacerato sull’ipotesi voto
Il governatore: puntavano a eliminarci entrambi. Si dimette deputato all’Ars
l’unico deputato regionale del Pd ad annunciare le dimissioni. Ma proprio nel Pd scattava uno psicodramma destinato a segnare almeno fino a ieri sera una frattura fra Roma e Palermo. Da una parte, il giovane segretario regionale Fausto Raciti colpito dalle parole di Manfredi, pronto a scagliarsi con una telefonata da Catania contro «il bluff di un governo fondato su un’idea di antimafia ridotta a strumento di potere», convinto che «si è aperto il dopo-Crocetta». Dall’altra, autorevoli fonti vicine ai capi del Nazareno suggerivano «cautela e riflessione», sia per valutare le trascrizioni della spy story in salsa sicula, sia «per arrivare a scelte coraggiose, prive di calcoli elettorali, ma determinate da approfondita discussione».
In arrivo a Palermo un plenipotenziario di Renzi, forse il vice segretario Guerini, per una analisi dagli sviluppi imprevedibili. Ciò consente di far passare qualche giorno e di soppesare i rischi elettorali di dimissioni che comporterebbero lo scioglimento dell’Assemblea siciliana. Non è un mistero che tutti abbiano paura dei grillini acquattati dietro l’ipotesi del voto anticipato per agguantare la guida della Regione. Dal Nazareno escludono che la realpolitik possa trasformarsi in un elemento condizionante, ma lo sospettano tanti avversari del Pd e qualche frangia interna come quella di Ferrandelli.
Costretto a rientrare a Palermo, Raciti, ha provato in serata a respingere l’immagine del «sordo silenzio» attorno alla lettera della Borsellino, ricordando le filippiche contro Crocetta: «In direzione glielo dicevo che l’uscita di Lucia segnava la fine di un modello: “Lo capisci che non siamo davanti alle dimissioni di un assessore, ma a una crisi interna al tuo governo?” Noi con Giovani Fiandaca da anni ci battiamo per una antimafia che sia rispetto delle regole, non strumento di carriera e battaglia politica». Se ne parla anche a casa di Antonello Cracolici, il neo capogruppo del Pd dove corre il successore di Lucia Borsellino, Baldo Gucciardi, inviato da Crocetta al suo posto davanti a Mattarella, ma deciso a non presentarsi in via D’Amelio: «Non posso prendermi fischi non miei».