Choc in Gran Bretagna per il filmino di Elisabetta che «giocava ai nazisti»
Sul «Sun» la futura regina con il braccio alzato nel 1933 assieme alla madre. Il ruolo dello zio filo-tedesco Edoardo
Alle future regine non è permesso giocare con il fuoco. Elisabetta l’ha scoperto a 89 anni, dopo una lunga e rispettata carriera: le bambine importanti non devono scherzare, tantomeno con il saluto nazista. Il video diffuso ieri dall’inglese The Sun — una manciata di immagini spalmate su sette pagine, e un filmato di 17 secondi sul sito del giornale — ha avuto l’effetto di un tornado su Buckingham Palace, che ora sta valutando un’azione legale contro il tabloid: in bianco e nero e molto sgranato, come una qualsiasi Maestà, sia stato ottenuto e sfruttato in questo modo». Il Palazzo non nega l’autenticità del video — una copia sfuggita chissà come dai cassetti reali, forse data per sbaglio a un regista per un documentario — ma si appella al diritto alla privacy delle teste coronate e al fatto che si trattasse di «un gioco di famiglia»: «Nessuno a quel tempo poteva immaginarsi l’evoluzione degli eventi. Implicare qualsiasi altra motivazione sarebbe ingannevole e disonesto». I fedelissimi ricordano che solo tre settimane fa Elisabetta e il marito hanno visitato il campo di concentramento nazista di Bergen-Belsen.
Immagini da riferire al «contesto dell’epoca». E il Sun di Rupert Murdoch — nonostante il cattivissimo gioco di parole del titolo di copertina: Their Royal Heilnesses — lo concede e spiega: «Sappiamo che non riflettono alcuna malvagità della nostra regina, della sorella o della madre. Forniscono però un affascinante sguardo sui distorti pregiudizi di Edoardo VIII in quel decennio cupo, paranoico e tumultuoso». Pubblico interesse, insomma: «Eccolo qui, a quanto pare mentre insegna alle nipoti reali lo stesso saluto nazista che quattro anni dopo rivolgerà personalmente a Hitler». Quattro anni in cui in Europa — e nella stirpe dei Windsor — è successo
La corona e il Führer
davvero l’inimmaginabile. I sudditi forse perdoneranno la marachella di quella bimbetta in kilt che saltellava in giardino, ignara della corona cui era predestinata. In fondo, non era neppure una vera principessa e poi «tutti i bambini in Gran Bretagna tra gli anni 30 e 40 hanno imitato per scherzo almeno una volta il saluto nazista», commenta lo storico James Holland. L’importanza del documento è però evidente, soprattutto se riferita allo zio Edoardo, lui sì principe ereditario. Tre anni dopo, alla morte del padre Giorgio V, salì al trono ma dopo solo 11 mesi abdicò, cedendo la corona al fratello minore «Bertie», il timido e balbuziente papà di Elisabetta che l’attore Colin Firth ha magistralmente interpretato in Il discorso del re.
Ufficialmente, Edoardo lasciò per amore dell’americana e pluridivorziata Wallis Simpson. Gli storici suggeriscono però che furono le sue simpatie naziste a spingerlo giù dal trono. Il che non gli impedì, un anno dopo, di recarsi a Monaco di Baviera per incontrare di persona Hitler (salutandolo, secondo i testimoni, a braccio teso). In quell’occasione il Führer si accomiatò da Wallis dicendole: «Peccato, sarebbe stata un’ottima regina».
Il nuovo re Giorgio VI, e tutta la sua famiglia, si distinsero negli anni della guerra per il coraggio dimostrato, anche sotto i bombardamenti che devastarono Londra nel 1940: «Eroi», come li ha definiti ieri lo stesso Sun. Edoardo, invece, era il pupazzo perfetto per le ambizioni deliranti di Hitler che arrivò ad immaginare un’«operazione Willi» per farlo tornare al trono in una Londra occupata dai nazisti. Per fortuna, non è accaduto. Il resto dell’archivio reale di quel periodo, ancora nascosto, potrebbe però rivelare ancora qualche grossa sorpresa.