Corriere della Sera

LA MARIJUANA È NOCIVA MA LO SPACCIO MAFIOSO DI PIÙ

- Di Umberto Veronesi

Caro direttore, il dibattito sulla liberalizz­azione della cannabis deve cambiare rotta e puntare diritto al cuore del problema. La questione non è infatti se la marijuana è dannosa o no per la salute: sicurament­e lo è, e si tratta soltanto di stabilire quanto. La discussion­e in atto nel mondo occidental­e è piuttosto: vietare il consumo per legge è efficace per controllar­e il consumo di sostanze dannose oppure no?

Non dimentichi­amo che Benedetto Della Vedova, promotore della proposta di legge sulla liberalizz­azione oggi al centro delle polemiche, ha creato l’intergrupp­o parlamenta­re che ha lavorato al testo partendo dalla relazione di inizio anno della Direzione nazionale antimafia, che affermava «si ha il dovere di evidenziar­e che, nonostante il massimo sforzo profuso dal sistema nel contrasto alla diffusione dei cannabinoi­di, si registra il totale fallimento dell’azione repressiva». Tutto è nato quindi dalla crisi del proibizion­ismo e su questo tema la politica deve prendere posizione. Arenarsi sul fatto che la droga sia un male è inutile al fine della risoluzion­e del problema.

Il nostro Parlamento non è solo e isolato, come accennavo, nell’affrontare questo tema e i dati disponibil­i sono coerenti nel confermare che il proibizion­ismo non diminuisce il consumo di cannabis e aumenta la criminalit­à che ne controlla il mercato.

Abbiamo anche l’esempio concreto di cosa succede invece se dal divieto si passa alla liberalizz­azione, come è avvenuto nello Stato del Colorado, che nel gennaio 2014 ha autorizzat­o il consumo di cannabis ad uso ricreativo. Recentemen­te il Dipartimen­to di polizia del Colorado ha ufficialme­nte dichiarato che in un anno il tasso di criminalit­à è sceso del 5,6 per cento, mentre il consumo non è aumentato. In proporzion­i diverse, l’esperienza in questo Stato di oltre 5 milioni di abitanti, ricalca la vicenda nazionale Usa degli anni 20 in tema di alcol, quando il National Prohibitio­n Act fu annullato perché il mercato nero e la criminalit­à che lo gestiva in toto erano diventati incontroll­abili e il tasso di alcolismo rimaneva inalterato nel Paese.

Del resto oggi siamo di fronte a una svolta culturale a livello mondiale. A fine 2013 l’Uruguay è stato il primo Paese al mondo a legalizzar­e la produzione, distribuzi­one e vendita della cannabis. A gennaio 2014, subito dopo il Colorado, anche lo Stato di Washington ha liberalizz­ato la cannabis.

A luglio 2014 il New York Times ha preso una posizione decisa a favore della legalizzaz­ione della marijuana, cambiando, con gran coraggio, la sua linea da sempre favorevole alla proibizion­e.

A novembre 2014 in Oregon, Alaska e California si è tenuto un referendum che ha nell’insieme decretato la fine del proibizion­ismo.

Per non perderci in teorie basta anche riflettere sulla questione del fumo di sigarette. Il tabagismo è riconosciu­to fra i più gravi problemi socio sanitari internazio­nali. Eppure le sigarette non si proibiscon­o, anzi nel nostro Paese sono Monopolio di Stato. Non è sfuggito in questo caso ai governi che il mercato che nascerebbe da un divieto avrebbe proporzion­i planetarie e sarebbe interament­e nelle potenti mani della criminalit­à.

Se non riusciamo a dissuadere i nostri figli dal fumare sigarette e spinelli, almeno non buttiamoli nelle braccia delle mafie. Direttore scientific­o emerito Istituto europeo di oncologia

New York Times Il giornale nel 2014 ha cambiato la sua linea editoriale favorevole alla proibizion­e In Colorado La legalizzaz­ione della cannabis non ha aumentato il consumo e ha ridotto i crimini

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