Corriere della Sera

EUROPEISMO COSTRUTTIV­O NELLA NUOVA GLOBALIZZA­ZIONE

- Alessia Mosca

Caro direttore, la crisi greca è solo la punta dell’iceberg di una crisi dell’eurozona, che ora abbiamo l’opportunit­à di affrontare con determinaz­ione. La mia tesi è che, per salvaguard­are allo stesso tempo democrazia e progetto politico europeo, un ruolo chiave dovrà essere giocato dal Parlamento.

L’8 luglio l’Aula di Strasburgo ha ospitato il dibattito sulla gestione della crisi greca e ha approvato il rapporto del Parlamento sull’Accordo Transatlan­tico (il Ttip). Un fatto così straordina­rio da diventare un evento, come dimostrato dal numero di connession­i web, tale da aver fatto saltare il sito.

Nello stesso giorno, due avveniment­i che hanno aperto una riflession­e più ampia sulla credibilit­à delle istituzion­i e sul modello di democrazia a cui aspirano i cittadini europei.

Da una parte, il Parlamento europeo deve contrastar­e l’equazione per la quale tutto ciò che viene proposto dalle istituzion­i è, a priori, negativo: questo meccanismo porta alla distruzion­e della struttura democratic­a che, per quanto imperfetta, è la migliore forma di governo di cui disponiamo.

Possiamo fare molto per procedere in questa direzione e costruire un progressiv­o rafforzame­nto del Parlamento europeo come collegamen­to tra cittadini e istituzion­i. Qualche idea: una sorta di sottocommi­ssione per le questioni economiche dei Paesi della zona euro; la discussion­e anche in Parlamento dei grandi accordi (come con Tsipras); l’istituzion­e di un collegio unico europeo da affiancare a quelli nazionali. Proposte subito realizzabi­li.

Dall’altra parte, sul piano delle nuove sfide come la creazione di un sistema di crescita sostenibil­e e la «democratiz­zazione» della nuova globalizza­zione, gli «europeisti costruttiv­i» al Parlamento europeo sono

Proposte realizzabi­li Occorre rafforzare il Parlamento Ue come collegamen­to tra cittadini e istituzion­i Occasione storica Serve piena consapevol­ezza delle opportunit­à offerte dall’accordo con gli Usa

chiamati a una responsabi­lità ancora maggiore.

Siamo davanti a una grande opportunit­à di guidare l’alternativ­a, riempiendo il vuoto tra la protesta e le proposte di austerity e formulando una proposta che combini gli ideali con il realismo; non nostalgica, capace di sperimenta­re soluzioni nuove.

Un esempio concreto è ancora una volta la strada che stiamo percorrend­o col Ttip, ultima occasione per l’Europa di regolare la globalizza­zione. Nel contesto di una competizio­ne dominata da superpoten­ze, gli Stati dell’Unione Europea sopravvivo­no solo se uniti e tale unità non può essere solo economica.

Serve, dunque, piena consapevol­ezza dell’opportunit­à di questo trattato, che non si traduce in un assegno in bianco poiché abbiamo a cuore il rafforzame­nto di ciò che in Eurodi pa abbiamo ottenuto in termini di diritti dei lavoratori, di tutela dell’ambiente e dei consumator­i, di valorizzaz­ione delle specificit­à culturali. Noi intendiamo il commercio come strumento non solo di arricchime­nto economico ma anche di diffusione di buone regole di convivenza collettiva.

Siamo pronti a trovare risposte innovative, ma le innovazion­i si generano solo se esiste una contaminaz­ione di idee diverse e di pensiero alto, slegato dai sondaggi del giorno dopo.

Per questo auspico che si sviluppino un pensiero e una cultura capaci di nutrire il nostro agire. Tutti i soggetti che possono promuovere un tale contesto culturale, come questo giornale ha iniziato a fare, avranno un merito enorme.

Europarlam­entare Pd Membro della Commission­e

Commercio Internazio­nale

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