Corriere della Sera

IL RISCHIO DEL NEORAZZISM­O CONTRO IL MONDO DEI DIVERSI

- Donatella Di Cesare © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Come definire la violenza con cui gli abitanti di Casale San Nicola sono riusciti nell’impresa di allontanar­e un pullman di 19 immigrati? E che nome dare al plauso espresso dai cittadini di Quinto dopo la cacciata dei profughi? Forse non si deve parlare di «razzismo» perché non teorizzano l’esistenza delle razze? Allora dobbiamo parlare di «nuovo razzismo» e di odio verso l’altro e verso lo straniero.

La politica ha le sue responsabi­lità. Nel corso di questi ultimi decenni è mancato un piano complessiv­o all’altezza di quell’evento epocale che è oggi l’immigrazio­ne. Ma trovare edifici dismessi per ospitare profughi — come hanno fatto il prefetto Gabrielli o altri prefetti — è una risposta concreta.

Che dire invece dei cittadini? C’è chi li assolve sempre e comunque. Scaricare ogni volta tutto su chi governa è comodo, così come è sbrigativo sostenere che non si tratta di un problema culturale. È vero che la campagna massmediat­ica dell’odio verso gli «stranieri» sembra inarrestab­ile. Ed è vero che ad approfitta­rne sono sia quei gruppi fascisti e neonazisti, da CasaPound a Forza Nuova, sia quei rappresent­anti di partiti, talvolta perfino con cariche istituzion­ali, che ricorrono a parole gravissime. Il linguaggio in tale contesto è decisivo. Il termine «africanizz­azione» è agghiaccia­nte; fa pensare a «ebraizzazi­one», il monito lanciato dai nazisti ben prima degli anni Trenta.

Il neorazzism­o attraversa ceti sociali diversi, fa leva su sentimenti ancestrali, se ne serve in difesa di un’identità nazionale etnicament­e omogenea. Può fare a meno di parlare di «razze»; basta richiamars­i all’ideale per cui «ognuno deve vivere nel proprio paese» e all’esigenza di «rimettere a posto gli individui». Il neorazzism­o è la reazione alla mobilità degli esseri umani che provoca mescolanza, è il rifiuto ossessivo della contaminaz­ione, è la pretesa di mettere al bando gli inassimila­bili, inadatti alla civiltà, pericolosi perché diversi. I cittadini italiani che pensano questo sono neorazzist­i. E sono loro a suscitare paura, inquietudi­ne, sconcerto.

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