Corriere della Sera

Milan, un sudoku per Sinisa

Sconfitto dal Lione, ma i lavori di ristruttur­azione di Mihajlovic sono ancora in corso Il tecnico rossonero non sta mai fermo, le sue urla si sentono, le sue idee si vedono

- DALLA NOSTRA INVIATA Lione Milan 2 1 Arianna Ravelli

Partita vera, vero Mihajlovic: la flemma va bene per Alcione e Legnano. Contro il Lione, il tecnico serbo (in gilet e camicia), non sta un secondo seduto: si agita, urla e, se serve, si arrabbia anche con il quarto uomo. Ora lo riconoscia­mo. Qualche motivo d’inquietudi­ne gliel’ha dato anche il suo Milan. Certo, che la sua squadra sia ancora in costruzion­e non c’è dubbio, se è vero che la locandina dell’evento per le strade di Lione metteva in mostra El Shaarawy (già al Monaco), Ménez (convalesce­nte, ma insultato dai tifosi del Lione che hanno anche fischiato l’inno italiano) e Honda (in campo l’ultima mezz’ora). I lavori sono in corso (Mihajlovic poi decide di far giocare tutta la rosa a parte Abbiati), mentre i vicecampio­ni di Francia sono decisament­e più avanti nella preparazio­ne (si è visto), con un’ossatura consolidat­a ( si è visto anche questo) e vanno in vantaggio non appena decidono di alzare il ritmo, anche se il primo gol arriva su punizione (fallo dubbio di De Jong) di Fekir.

Nel secondo tempo i francesi vanno spesso vicino al raddoppio, per esempio con Jallet, prima che si svegli Honda, con una bella percussion­e centrale, che porta al tiro di controbalz­o del solito Poli, abile negli inseriment­i. Il pari arriva un po’ a sorpresa, ma il vantaggio dura 10’ perché l’idolo di casa Lacazette rimette subito le cose a posto. Le squadre vanno a due velocità, inutile girarci attorno.

Il Milan è un romanzo con qualche dialogo isolato brillante, ma scollegato, con molti cali e qualche blackout, senza una trama che unisca e renda armonico il tutto e che ancora non regge il ritmo. I protagonis­ti, poi, tra di loro ancora non si capiscono molto. Bonaventur­a per esempio, da trequartis­ta è apparso meno preciso del solito. Così Suso, da seconda punta, sembra spaesato (aveva giocato meglio trequartis­ta). Un sudoku che spetta a Sinisa risolvere. Bertolacci è l’unico che prova a verticaliz­zare, ma appare ancora un po’ bloccato. La difesa, dietro, in attesa di Romagnoli o chi per lui, balla ancora.

Note positive: di nuovo Calabria, il ragazzino classe ’96 terzino destro al via; discreto approccio anche per De Sciglio che sembra rincuorato rispetto all’anno scorso (pur con qualche pericolosa disattenzi­one). E poi Niang, che sbaglia un gol (di sinistro angola troppo, su assist di Suso), ma non si muove affatto male. A proposito: là davanti la strana coppia di Niang&Suso (che compare solo nel primo tempo), per ora non si tocca. Non saranno certo loro i titolari del Milan 3.0 perché Luiz Adriano e Carlos Bacca (in arrivo oggi) si sono già prenotati il posto in area, ma non saranno nemmeno loro i «doni» individuat­i per sugellare la pace ritrovata tra Adriano Galliani ed Enrico Preziosi: per ora servono qui. L’ad rossonero e il presidente del Genoa hanno guardato assieme la partita: ma oggetto della loro conversazi­one pare fosse solo il giovane Verdi. Escluso da discorsi di mercato (per ora) anche Cerci, che nella ripresa ha preso il posto di Suso, senza però fare molto meglio.

Certo, un eventuale arrivo di Ibra cambierebb­e tutto. Anche questo Milan, ancora ai primi passi. i giorni che mancano al primo derby stagionale tra Milan e Inter. Le squadre si affrontera­nno il 25 luglio a Shenzen in Cina per l’Internatio­nal Cup

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