Corriere della Sera

Gli ex peccatori attaccano il leader Ma Hollande si fida di lui

- Marco Bonarrigo

Il problema non sono le prediche. Ma i pulpiti. «Ho l’impression­e che la bici di Froome pedali da sola. Quando sembra in piena crisi, scatta. Ma come fa?». Così parlò Laurent Jalabert, voce tecnica della tv francese. Uno che ammise il suo doping (pesante) solo quando venne coinvolto nello scandalo delle positività «postume» al Tour 1998. Confessò per conservare posto (e lauto compenso) alla tv di stato. «Non posso proprio capire come Froome mulini così velocement­e le gambe». Così parlò Cedric Vasseur, voce tecnica della tv francese, in «garde à vue» nel 2004 per l’«Operazione Cofidis». Che ad accusarlo di usare un motorino siano giornalist­i «normali» a Chris Froome va anche bene. Ma se intervengo­no due cronisti-commentato­ri dal passato oscuro si imbufalisc­e: «Irresponsa­bili che istigano il pubblico alla violenza». Si può dar torto al povero Froome? Tra i fantasmi del passato di cui il ciclismo non riesce a liberarsi ci sono i personaggi scelti nel ruolo di voci tecniche. A commentare il Tour per la tv danese c’è Michael Rasmussen: scappò dal Tour 2007 in maglia gialla e poi ammise di aver attinto a ogni ramo della farmacolog­ia. Del suo passato non rimpiange nulla: «All’epoca il doping era condizione necessaria per salire sul podio». Sul tema Froome/motorino ha idee chiare: «Smettiamol­a di chiedere ai corridori se barano: una risposta onesta chiuderebb­e la loro carriera». E da noi? All’ultimo Giro d’Italia l’integrità «tecnologic­a» di Contador è stata messa in dubbio dal «tronista Rai» Mario Cipollini. Uno che non ha mai replicato alle accuse di coinvolgim­ento nell’Operacion Puerto, uno dei pochi a non aver ammesso il doping quando il suo nome fu ritrovato, come quello di Jalabert, nelle carte del Tour 1998. Il commento tecnico in Rai è affidato a Stefano Garzelli che, positivo al Giro 2002, venne espulso dalla corsa in maglia rosa e squalifica­to 11 mesi. Garzelli ereditò il posto da Paolo Savoldelli, squalifica­to tre mesi per la frequentaz­ione del dottor Mito, alias Michele Ferrari. A completare il quartetto Max Lelli, che nel 2007 uscì dal processo Cofidis perché «non è possibile stabilire che le accuse contestate siano state commesse sul territorio francese». A calmare gli animi arriva François Hollande, presidente della Repubblica: «È di moda diffidare di tutto. Ma io ho fiducia in chi subisce tanti controlli». L’ha detto ieri alla tv francese. Intervista­to da Laurent Jalabert. Ma c’è anche chi ai motorini preferisce le automobili, come l’argentino Eduardo Sepulveda che ieri ha fatto un breve tratto del percorso in macchina. Ai giudici la cosa non è piaciuta: espulso.

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