Corriere della Sera

«Sul fisco Matteo coglie un malessere ma deve puntare a maggiore equità»

- Andrea Garibaldi agaribaldi@corriere.it

Guglielmo Epifani, con Bersani uno dei «saggi» della minoranza del Partito democratic­o, non è d’accordo con il giovane Civati quando dice che, sulle tasse, «Renzi è Berlusconi», gli sembra un’esagerazio­ne: «Renzi coglie un malessere forte sul prelievo fiscale in Italia, giunto al 43-44 per cento. Pressione in parte iniqua, perché grava sempre solo su chi le tasse le paga». Anche Berlusconi coglieva quel malessere... «Berlusconi nel 2001 promise, fra l’altro, di ridurre le aliquote a due, ma non mantenne nulla. Renzi, per essere credibile, deve passare rapidament­e dell’annuncio alla proposta precisa, con coperture fondate». La svolta fiscale di Renzi le pare liberista o di sinistra? «In materia fiscale contano sia le scelte generali sia i dettagli. Renzi sabato non ha nominato la lotta all’evasione: noto che tutti i governi di centrosini­stra hanno ridotto l’evasione e tutti i governi di centrodest­ra hanno diminuito la lotta». Quali altre misure sarebbero di sinistra? «Puntare a una maggiore equità: oggi l’Irpef la pagano Chi è Guglielmo Epifani, 65 anni, ex segretario della Cgil, ex segretario del Pd, deputato dal 2013 soltanto dipendenti e pensionati, ma nel progetto di Renzi gli sgravi per queste categorie arrivano nell’ultimo anno di legislatur­a». Renzi dovrà trovare le coperture economiche. «La premessa del suo piano è una rinegoziaz­ione con l’Europa. Andrà spostato il raggiungim­ento del pareggio di bilancio. Credo che Renzi conti sulle difficoltà della Francia, che ha un rapporto deficit/Pil attorno al 4 per cento, per permettere all’Italia di sfiorare il 3». L’abolizione di Imu e Tasi farà mancare fondi ai Comuni. «Tre o quattro miliardi. Per non tagliare i servizi, si dovrà dunque allentare il patto di stabilità per i Comuni, permettend­o più investimen­ti. Riguardo alla politica industrial­e, vanno detassate ricerca e innovazion­e. Andrà poi rinnovata la riduzione dei contributi per i nuovi assunti». Renzi conta molto sui tagli alle spese improdutti­ve, la spending review. «Mi pare che finora il suo governo, come quelli passati, abbia realizzato un terzo della spending review prevista, mancano ancora 6/8 miliardi. Poi, ci sono altri dieci miliardi da recuperare, prima della fine dell’anno, per evitare l’aumento dell’Iva». C’è stata discussion­e nel partito sulla linea resa pubblica ieri da Renzi? «A quello che so, nessuna».

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