Corriere della Sera

La ristampa

Selezione, sintesi, spiegazion­i La Lettura funziona così (e oggi ritorna in edicola)

- di Beppe Severgnini

Pagine raddoppiat­e, carta sostanzios­a, firme conosciute, nuovi arrivi e nuovi argomenti. La Lettura — acquisto facoltativ­o con il Corriere della Sera (a 50 centesimi) — domenica è andata esaurita e oggi viene proposta in ristampa.

Diciamolo: l’idea di proporre, oggi, un supplement­o culturale a pagamento può sembrare folle. Non lo è. Folle è invece la gratuità distratta, la stessa che negli ultimi vent’anni ha rischiato di affondare il giornalism­o di qualità. Se non sappiamo convincerv­i che il nostro lavoro vale qualcosa — in questo caso, la metà di un caffè espresso! — è solo una questione di tempo: prima o poi si chiude. Non una testata: un mestiere.

Perché sembra funzionare, la scommessa della Lettura? Perché in 48 pagine proviamo a offrire selezione, sintesi e spiegazion­i: tre «S» su cui il giornalism­o si gioca il futuro. Le notizie di ieri le sappiamo tutti; l’importante è anticipare i temi di domani.

Un prodotto come la Lettura serve allo scopo. Seleziona le idee. Le sintetizza. Le spiega.

La selezione è un servizio. Significa scegliere gli argomenti dentro un’attualità agitata. Se Michele Ainis esamina tre libri sulla detenzione e ci spiega che il carcere non è una «discarica sociale», ci aiuta a evitare errori come quello commesso dagli Stati Uniti, un grande Paese macchiato da una non piccola vergogna: 2,2 milioni di detenuti, un cittadino su 148 in carcere. Se Serena Danna racconta la giovane epopea di Elon Musk,

Prospettiv­e La missione è condire di intelligen­za la nostra settimana, anticipand­o i temi di domani

fondatore di PayPal, ci racconta un’America diversa. Quella che, grazie ai suoi geni irregolari, continua a dare il ritmo al mondo.

La Lettura non è un’encicloped­ia a puntate: è un tentativo di condire d’intelligen­za la nostra settimana. La domenica è il giorno del riepilogo. La sintesi è una spremuta di pensiero: se è fresca, di questi tempi, è gradita.

Sintesi, sul primo numero della nuova Lettura, sono le dodici mostre del «Cartellone»: dodici, non duecento. Sintesi è Pigi Battista che scandaglia Sorrentino, Barnes e Murakami per spiegare come i maschi raccontano il dolore. Sintetico, e memorabile, è il voto che Antonio D’Orrico assegna a Grey, nuova sfumatura della Sfumature, ora raccontata dal punto di vista di Christian, uomo di potere e ferramenta. Il voto in pagella ricorda il numero di copie vendute e sembra uscire dall’astrofisic­a: -125 milioni. Abbasso le eroine letterarie che uggiolano! Non è il sesso che preoccupa: è il verbo.

La Lettura non vuol essere didattica: però spiega come gira il mondo. Nel 2015 è stata tra i vincitori del Premiolino, un tributo giornalist­ico che nell’ambiente prendiamo sul serio. Non il solito premio alla carriera, ma un riconoscim­ento attribuito da giornalist­i a giornalist­i per aver fatto qualcosa di notevole. Nel caso della Lettura, aver preso (nel 2011) una decisione anacronist­ica seguita da un risultato sorprenden­te: resuscitar­e un’antica testata del Corriere della Sera (1901) e riportarla al successo.

La Lettura è un supplement­o culturale. Due parole pericolose, in Italia. Supplement­o sa di superfluo. Culturale, di stantìo. Il supplement­o di un quotidiano, invece, può essere inutile o utilissimo: dipende da cosa c’è dentro. E la cultura, nonostante le molestie subìte dagli uomini colti, è fascinosa. Cultura è la discussion­e che ci ha incuriosit­o, la vicenda che non sappiamo ancora, il libro che portiamo in spiaggia, il film che andremo a vedere, il concerto che ci ha entusiasma­to, il quadro che ci ha commosso e non sappiamo perché.

Cultura è la Lettura. Ecco perché funziona, in rete e in edicola.

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