Corriere della Sera

I malumori dem sul piano anti-tasse Bersani: bene ma non aiutiamo la destra

D’Attorre: togliere a tutti quelle sulla casa non è di sinistra. Guerini: a noi interessa l’Italia

- Al. T.

Dopo Jobs act, «buona scuola», legge elettorale e riforme costituzio­nali, è il turno del Fisco. Si allunga l’elenco dei temi sui quali la minoranza del Partito democratic­o dà battaglia. E a segnalare il crescere dell’insofferen­za, dopo la relazione del segretario Matteo Renzi, che all’assemblea del Pd ha annunciato una riduzione generalizz­ate delle tasse e l’abolizione di quelle sulle prime case, è Pier Luigi Bersani.

L’ex segretario si esprime su Facebook. Sinteticam­ente, ma si fa capire bene: «È sacrosanto ridurre il carico fiscale ma c’è modo e modo e bisogna finalmente discutere sul serio. Non si vorrà certo tirare la volata al modo della destra». Bersani dà corpo ai pensieri di chi nei giorni scorsi ha tracciato un parallelo tra l’annuncio di Renzi e quello fatto, a suo tempo, da Silvio Berlusconi.

I sospetti di un annuncio a scopo elettorali­stico, con scarsa attenzione alle differenze di ceti e classi, hanno preso corpo nella minoranza da subito. Con Roberto Speranza che chiede «progressiv­ità» e si dice in dissenso sull’abolizione per tutti dell’Imu sulla prima casa. E con Vincenzo Visco, già ministro del Tesoro, che attacca Renzi non solo sull’Imu ma anche sulla mancata battaglia del governo contro l’evasione fiscale. Da fuori si fa sentire anche Stefano Fassina, ormai ex, che considera «immorale» eliminare la tassa sulla prima casa per tutti. Guglielmo Epifani è più cauto, ma ugualmente critico: «Renzi coglie un malessere forte sul prelievo fiscale in Italia, giunto al 43-44 per cento. Pressione che è anche iniqua. Ma per essere credibile, Renzi dovrebbe passare dall’annuncio alla proposta concreta, con coperture fondate». Epifani chiede equità: «Oggi l’Irpef la pagano soltanto dipendenti e pensionati, ma nel progetto di Renzi gli sgravi per queste categorie arriverann­o nell’ultimo anno di legislatur­a».

Alfredo D’Attorre considera condivisib­ile l’obiettivo di «avviare un programma di riduzione fiscale, chiedendo all’Europa di derogare dal fiscal compact». Ma «sulle priorità abbiamo idee diverse»: «L’idea di tagliare la tassa sulla prima casa per tutti, che era di Berlusconi, non è mai stata del centrosini­stra. Del resto anche i renziani, all’epoca del governo Letta, quando Berlusconi faceva pressione, erano contrari al taglio per gli immobili di lusso». Per D’Attorre va invertito l’ordine degli interventi: «Non ha senso dire, tagliamo subito le imposte sulla prima casa, poi rivediamo la tassazione alle imprese e nel 2018 l’Irpef. Bisogna cominciare da quest’ultimo. E alleggerir­e il peso fiscale sul lavoro autonomo e sulla piccola impresa, oltre che sui pensionati».

Una risposta alle critiche di Bersani e della minoranza arriva dal vicesegret­ario del Pd, Lorenzo Guerini, che respinge il parallelo con Berlusconi: «Non abbiamo l’ossessione di quel che ha detto Berlusconi, che poi in larga parte non ha fatto. A noi interessa l’Italia. Abbiamo proposto agli italiani un patto per una poderosa riduzione fiscale. E gli italiani sanno che possono fidarsi: basta pensare agli 80 euro». Quanto alle coperture, «saranno indicate nella legge di Stabilità e stiamo lavorando sui tagli alla spesa». A difesa dell’iniziativa renziana, scende anche il deputato dem Federico Gelli: «Ridurre le tasse è di destra? Ecco come si perdono le elezioni».

I tagli

Sabato a Milano, davanti all’assemblea del Pd riunita a Expo, Matteo Renzi ha annunciato una «rivoluzion­e copernican­a» sul Fisco: «Il Pd non sarà più il partito delle tasse», ha detto

Un capitolo riguarda l’abolizione nel 2016 delle tasse sulla prima casa (in particolar­e la Tasi; l’Imu sull’abitazione principale, tranne per immobili di lusso, non si paga dal 2013). Nei piani del premier anche il taglio di Imu agricola e sugli imbullonat­i (macchinari industrial­i fissi)

Nella rivoluzion­e fiscale presentata sabato anche i tagli a Irap e Ires nel 2017 e la revisioni degli scaglioni dell’Irpef dal 2018

Domenica un altro annuncio, al Tg2, sul «patto con gli italiani» sulle tasse: «Se le riforme vanno avanti saremo in grado di abbassare di 50 miliardi in 5 anni le tasse agli italiani»

Scettica l’opposizion­e: «Le tasse sulla casa le abrogammo noi nel 2008, qualcuno crede che Renzi lo possa fare davvero?», chiedono da Forza Italia. Ma anche nella sinistra pd, e tra i fuoriuscit­i, c’è stata qualche riserva: attenzione a come si taglia non si trascuri la lotta all’evasione

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