La Commissione non si sbilancia Resta il macigno del debito
Pierre Moscovici, Affari economici
Come sempre accade in questi casi, la Commissione europea non rilascia mai commenti della prima ora e rinvia in un secondo momento, a quando gli annunci si sono tradotti in provvedimenti, eventuali valutazioni. La riforma del Fisco annunciata dal premier Renzi non fa eccezione. «La Commissione Ue — spiega un portavoce — valuterà la posizione fiscale dell’Italia ad ottobre» quando Roma, come gli altri Stati membri, presenterà la legge di Stabilità 2016 che dovrà rispettare i parametri previsti dal patto di stabilità e crescita. «In più la Commissione — prosegue il portavoce — continua a monitorare l’adozione e l’attuazione dell’agenda di riforme annunciate e come l’Italia sta fronteggiando lo squilibrio macroeconomico eccessivo dovuto alla debole competitività e all’alto debito pubblico che richiede un’azione politica decisiva». Insomma, i vincoli sono ben chiari e sono sempre gli stessi, ovvero il rispetto del tetto del 3% del deficit e l’impegno a far scendere il debito verso il 60%. Per il 2015 ci è stata riconosciuta una certa flessibilità perché si sono combinati due fattori: lo stato ciclico dell’economia era particolarmente negativo e il Paese ha avviato una serie di riforme giudicate «credibili e significative». A maggio le raccomandazioni di Bruxelles sul programma di stabilità 2015 dell’Italia, tenuto conto delle previsioni di primavera elaborate dal team degli Affari economici guidato al commissario Pierre Moscovici, hanno riconosciuto a Roma tutta la flessibilità possibile in base allo sforzo che sta compiendo per le riforme. Ma resta il macigno del debito: ogni risparmio dovrebbe andare a ridurlo. Il rischio è una procedura di infrazione. Un’opzione per ottenere altra flessibilità sarebbe chiedere l’applicazione della clausola per investimenti nel 2016, visto che la crescita italiana resta sotto il potenziale: Roma potrebbe usare il margine sul deficit fino al 3% solo per investimenti cofinanziati dalla Ue. Ma dovrebbe raggiungere un aggiustamento di bilancio verso l’obiettivo a medio termine entro il 2017, ora è invece slittato al 2018.