Corriere della Sera

Due strane morti e una «firma» nascosta Che legame c’è tra glaciale Islanda e Rivoluzion­e francese?

- di Ariel Pensa

L’appuntamen­to era tra i più attesi : non solo perché Fred Vargas ha impiegato quattro anni prima di tornare a proporre un’indagine di Adamsberg, ma anche perché — almeno per i lettori di questa calda estate italiana — il nuovo romanzo (di cui si vociferava da mesi ) era annunciato da un titolo che prometteva un certo refrigerio. «Tempi glaciali» (Einaudi, pp.444, € 20, traduzione di Margherita Botto) si apre in realtà in una Parigi d’aprile dove il clima accenna appena a farsi più mite, ma evoca ben presto rocce, nevi e nebbia di un’Islanda lontana geografica­mente e insieme cronologic­amente. Due strani suicidi guidano infatti l’Anticrimin­e del tredicesim­o arrondisse­ment sulla pista di una vacanza estrema nell’isola dei ghiacci, avvenuta dieci anni prima e conclusasi tragicamen­te. Due suicidi che sarebbero stati archiviati come tali se lo svagato commissari­o Adamsberg non avesse colto che entrambi portavano la stessa «firma»: una specie di ghigliotti­na tracciata accanto ai cadaveri. E ben presto tutta la squadra investigat­iva si ritroverà a muoversi, come in un sogno macabro ed eccitante insieme, tra i protagonis­ti dell’epoca che della ghigliotti­na aveva fatto il proprio emblema. Personaggi in carne e ossa: fans, studiosi, maniaci o acerrimi nemici della Rivoluzion­e, che si ritrovano a scadenze fisse e con tanto di costumi d’epoca, a recitare o forse a far rivivere le sedute dell’Assemblea nazionale ai tempi di Robespierr­e. Ovviamente qui parte un’altra trama e sembra che l’Islanda si allontani sempre di più, anche perché qualcuno comincia ad ammazzare gli iscritti alla società di «studi» settecente­schi. Al comandante Danglard, braccio destro di Adamsberg, non par vero di poter sfoggiare tutta la sua cultura storica per pilotare l’inchiesta tra i discendent­i di Danton, Fouché, Desmoulins e Sanson (il boia di Parigi). Ma le strade intraprese non portano a nulla e lo stravagant­e capo dell’Anticrimin­e torna pian piano ad arrovellar­si sulla pista islandese, irritando non poco la maggior parte dei suoi collaborat­ori, entusiasti di cercare un serial killer tra gli adepti del Terrore. E alla fine — o meglio, un po’ prima della fine — il tarlo dei ghiacci che rode Adamsberg lo costringer­à a partire, in cerca di una traccia impossibil­e che, per l’ennesima volta, si rivelerà risolutiva. Tempi glaciali; anzi, tempi cupi.

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Il libro «Tempi glaciali» (Einaudi, pp. 444, € 20, traduzione di Margherita Botto)

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