Corriere della Sera

Il critico letterario è utile come il medico condotto

- Di Paolo Di Stefano

Bella l’idea della Lettura online, dove Matteo Persivale suggerisce i quindici migliori scrittori americani viventi e chiede ai lettori di dire la loro. Roth, Pynchon, DeLillo, Franzen… E dove sono finiti Ellroy, Eugenides, Eggers? E Lansdale? E Doctorow? E Updike? E come dimenticar­e Tobias Wolff, impareggia­bile scrittore di racconti? La verità è che è difficile concordare sui valori letterari. Però è indispensa­bile provare a definirli. E allora perché, per esempio, non provare a dire anche i quindici migliori scrittori italiani viventi? Questa sarebbe la vera sfida, chiedendo ai critici di prendersi le proprie responsabi­lità, di sbilanciar­si senza mezze misure. In fondo, sarebbe il loro mestiere.

Una signora in spiaggia, lettrice accanita di romanzi stranieri, mi chiedeva consigli sulla narrativa italiana d’oggi. Mentre la quantità ci vuol poco a conoscerla, diceva, manca un orientamen­to serio, non generico e motivato sul valore letterario. Il fatto è che non mi basta sapere da Alfonso Berardinel­li che se le collane di poesia chiudono è perché non ci sono più poeti pubblicabi­li (lo ha scritto qualche giorno fa sul Foglio): mi piacerebbe che Berardinel­li chiarisse perché non sarebbero pubblicabi­li De Signoribus, Conte, De Angelis, Viviani, Magrelli, Pusterla, Anedda, Cappello, Marchesini, Testa, D’Elia, Valduga, Buffoni, Gezzi, Villalta eccetera. Tutti poeti, per fare solo alcuni nomi, che personalme­nte, da lettore dilettante, riterrei più che degni di avere una collocazio­ne editoriale. E non mi basta sapere da Berardinel­li che la saggistica oggi è mille volte meglio della narrativa, senza avere un’idea più precisa su quali romanzi Berardinel­li abbia in mente quando sostiene le sue opinioni. La narrativa. Ci si può affidare ai premi letterari?, chiedeva la signora. Lo Strega degli ultimi anni suggerireb­be: Veronesi, Ammaniti, Giordano, Scarpa, Nesi, Pennacchi, Piperno, Siti, Piccolo, Lagioia… Sono questi i dieci migliori? Se si pensa che né Gadda né Pasolini né Calvino hanno mai vinto lo Strega, meglio lasciar perdere… C’è poco da fare, cambiano i tempi, trionfa il populismo social, si polemizza sui premi, ma la funzione critica non tramonta. Oggi più ancora che in passato sarebbe necessaria una critica letteraria che non sia vittima degli equilibris­mi descrittiv­i, degli opportunis­mi di scuderia, della battuta liquidator­ia e generica: il recensore sui giornali, ha scritto Giovanni Raboni, è come un medico condotto di primo intervento, gli tocca dare consigli immediati, semplici, onesti. Questo è un invito a riscoprire, tra specialist­i e ciarlatani, il medico della mutua.

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