Corriere della Sera

Quel folle contromano che ha ucciso Livia

Napoli, lui si è salvato ma ha ucciso la fidanzata e un altro guidatore

- di Paolo Baldini e Fulvio Bufi

La corsa verso lo schianto non ha sbandament­i: Aniello Mormile ha il pieno controllo della Clio che guida contromano sulla tangenzial­e di Napoli. Centra una Panda: Livia, la sua ragazza, che gli siede a fianco, muore. E così l’autista della Panda.

La Clio nera entra nel campo visivo della telecamera numero 8 della tangenzial­e alle 4 e 30 del mattino. Procede in direzione di Pozzuoli e ha quasi raggiunto il casello di Agnano. Ha i fari accesi e starà sui settanta all’ora. La webcam la inquadra mentre rallenta, accosta sulla destra ma non si ferma completame­nte. L’autista lascia passare l’auto che sta sopraggiun­gendo, poi fa inversione aU e si posiziona nella corsia di sinistra. Parte contromano, mentre l’inquadratu­ra diventa nera perché la Clio si allontana veloce e perché non si vedono più nemmeno i puntini chiari dei fari posteriori: l’autista li ha spenti.

Altre telecamere la incrociano per quasi cinque chilometri. Viaggia spedita a cavallo tra la seconda e la terza corsia, e a niente servono gli abbagliant­i che le puntano tutti quelli che se la trovano davanti e devono evitarla. Poi finisce che uno non la evita, non ce la fa in tempo. Il frontale è sempre lo scontro peggiore. La Clio nera e la Panda grigia si accartocci­ano una nell’altra. Fine della corsa. Muore l’uomo alla guida della Panda. Muore la ragazza, unica passeggera della Clio. Non muore l’autista della Clio, l’unico responsabi­le del macello e pure l’unico ad avere fortuna.

Si chiama Aniello Mormile, ha 29 anni, fa il dj. Musica tekno, rave, e l’abitudine di «bombardars­i», come dicono quelli che lo fanno. Sicurament­e di alcol, perché in ospedale risulterà che ne è pieno. Se anche di altro non si può dire finché non arriverann­o i risultati dei test, ma non ci vorrà molto. La ragazza che gli era accanto, e che quando lui si è lanciato contromano, ha cercato inutilment­e riparo sul sedile di dietro, era la sua ragazza, Livia. Livia Barbato, 22 anni, occhi grandi, piercing e tatuaggi. Bella. Troppo per uno geloso e fuori di testa come Aniello. Non si fidava, aveva paura che lo lasciasse, alla festa nel locale dove erano stati fino a poco prima qualcuno li ha visti discutere.

E allora ecco che si fa strada, in chi sta indagando su questa storia, il sospetto che Mormile non si sia messo a correre contromano e a fari spenti sulla tangenzial­e perché ubriaco, ma per spaventare Livia, per punirla. O addirittur­a per ammazzarla e ammazzarsi. Troppi elementi fanno vacillare l’ipotesi dell’azione incoscient­e di uno fuori controllo. La manovra di inversione non è d’impeto: è tranquilla, ragionata. E la corsa verso lo schianto è senza sbandament­i: chi conduceva la Clio ne aveva il pieno controllo. E poi c’è la testimonia­nza del primo soccorrito­re, un automobili­sta che si è fermato quando ancora non erano arrivati né la Polizia stradale né le ambulanze. Si chiama Salvatore Raglione, e al Corriere del Mezzogiorn­o racconta che Mormile era «lucidissim­o, cosciente e in discrete condizioni. Ha detto: io sto bene, pensa alla mia ragazza». In quei momenti Livia era ancora viva. «Gemeva e si vedeva che era molto grave», aggiunge il testimone. È rimasta viva ancora per parecchi minuti. Quando è arrivata al pronto soccorso del Cardarelli respirava. È morta lì. L’uomo della Panda, invece, lo hanno tirato fuori già morto dalle lamiere. Aveva 48 anni, si chiamava Aniello Miranda e a quell’ora stava andando a lavorare.

Ha incrociato uno che si chiama come lui e che invece abitualmen­te alle 4 del mattino finisce di lavorare. E che agli amici di Facebook aveva promesso che alla festa da cui veniva l’altra notte li avrebbe «mitragliat­i a botte di tekno». Si definiva musicista, pure se i musicisti la musica la fanno, non la mitraglian­o. Aveva studiato all’Accademia di belle arti e lì aveva conosciuto Livia, che faceva la fotografa e stava raccoglien­do pure soddisfazi­oni con qualche pubblicazi­one importante. Ora lei non c’è più e lui è in ospedale, ferito ma non troppo grave e assolutame­nte cosciente di quello che ha fatto. Davanti alla porta della sua stanza due poliziotti lo piantonano. È in stato di fermo per duplice omicidio colposo, ma dopo i primi accertamen­ti, già oggi l’accusa potrebbe cambiare e diventare di omicidio volontario. E per lui dopo l’ospedale ci sarebbe il carcere.

Seduta dietro Ha fatto inversione e ha spento le luci La ragazza era sul sedile posteriore

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Insieme Livia Barbato, 22 anni, morta dopo il ricovero in ospedale e Aniello Mormile, 29 anni. Lei era una fotografa freelance, lui fa il dj. Era entrato al casello di Agnano e improvvisa­mente si è messo contromano. la concentraz­ione di alcol presente...

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