Corriere della Sera

Geopolitic­a idrica La scommessa che si deve vincere

- di Elisabetta Soglio

«Se non si interviene con una grande iniziativa mondiale la mancanza di cibo e acqua sarà causa non solo di immense tragedie umanitarie, ma delle nuove guerre». Era il luglio 2011 quando il presidente Romano Prodi, con una lettera aperta sul Corriere, già poneva la questione dell’eredità immaterial­e di Expo. Di lì a poco, in un convegno della Fondazione Corriere, avrebbe puntualizz­ato l’idea candidando Milano e l’Italia a sede dell’Authority internazio­nale dell’acqua. Finora quella proposta è rimasta senza seguito, anche se è stata rilanciata da altre personalit­à e diversi politici. Riproposta a metà del cammino dell’esposizion­e dal commissari­o unico Giuseppe Sala, l’idea deve tornare in cima alle agende di chi ha voluto e sostenuto questo evento. In molti padiglioni si parla di acqua, da Israele agli Emirati. Ciascuno racconta la quotidiana battaglia per affrontare la siccità, mostra i progressi scientific­i e tecnologic­i della ricerca, invita bambini e adulti a riflettere sul dovere di non sprecare una ricchezza senza la quale non ci sono né agricoltur­a, né allevament­o, né crescita. Né vita. «L’Expo di Milano deve essere la grande occasione per approfondi­re gli aspetti tecnici e le soluzioni politiche», scriveva Prodi. Il passo successivo deve essere quello di tradurre tutto questo in un punto di riferiment­o permanente: sull’area di Expo, dove si pensa di realizzare una cittadella di università, ricerca e innovazion­e, deve trovare spazio anche un luogo dove dare continuità alla riflession­e sull’acqua. Un luogo neutro dove le Nazioni possano tracciare le linee guida per evitare che l’acqua diventi causa di conflitti, possesso di pochi, privilegio di alcuni. Noi crediamo si possa fare. Anzi si debba.

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