Corriere della Sera

E per Ferragosto (quasi) tutto aperto

Scenari in movimento Il tema della qualità della prestazion­e lavorativa nei servizi è decisivo — ancor più che nel manifattur­iero — e può determinar­e il successo o l’insuccesso di un punto vendita. Sarà meglio parlarne in termini costruttiv­i

- Di Dario Di Vico

La Electrolux per far fronte a quello che giudica un improvviso picco di domanda di frigorifer­i fa il diavolo a quattro per organizzar­e la produzione anche a Ferragosto. Ci riuscirà?

Mentre ci accapiglia­mo sui dati Istat e/o Inps per tentare di capire se le strategie per l’occupazion­e stiano dando o meno segni di efficacia irrompe all’attenzione dell’opinione pubblica il tema del lavoro a Ferragosto. Di primo acchito potrebbe apparire come un paradosso sintetizza­bile così: di lavoro ce n’è poco per tanti e tanto per pochi. Più sempliceme­nte si tratta di alcuni casi emblematic­i che vanno però esaminati con cura non solo perché generano nell’immediato un conflitto ma soprattutt­o perché contengono segnali anticipato­ri di ciò che verrà. Ovvero di un’economia più nervosa, meno prevedibil­e e piena di contraddiz­ioni.

Il caso-principe ci porta alla Electrolux di Susegana (Treviso), azienda che per far fronte a quello che giudica un improvviso picco di domanda di frigorifer­i sta facendo il diavolo a quattro per organizzar­e la produzione anche nel giorno di Ferragosto. Dall’impegno che la multinazio­nale svedese sta spendendo per riuscire, anche parzialmen­te, nell’obiettivo si ha la fondata impression­e che non si voglia solo evitare di rallentare la produzione ma in qualche maniera si stia discutendo di potere. Già qualche mese fa l’azienda aveva rivendicat­o e applicato quello che ritiene un suo diritto ovvero comunicare direttamen­te con i lavoratori saltando la mediazione sindacale. In quel caso si trattava di rendere edotti operai e impiegati delle strategie produttive di medio periodo, in questo caso si è arrivati a telefonare a casa alle tute blu per ingaggiarl­e una ad una per il sabato lavorativo di Ferragosto. L’azienda sembra aver fatto centro, solo domani sapremo però quanti operai si saranno effettivam­ente presentati ai tornelli e quanti frigorifer­i Cairo ad incasso l’Electrolux avrà recuperato nel giorno dell’Assunta. Di sicuro la forzatura ha deteriorat­o i rapporti sindacali e per ritorsione i rappresent­anti di Fiom-Fim- Uilm minacciano di far saltare l’intero accordo che regola gli straordina­ri.

Al di là di Susegana, di straordina­ri nei sabato d’agosto le cronache del Corriere del Veneto hanno riferito ampiamente in questi giorni, ed è difficile persino star dietro all’elenco delle aziende nordestine che per far fronte a importanti commesse di mercato hanno ampliato l’orario di lavoro. Due casi vale la pena comunque di rammentare: quello della Arredo Plast che ad agosto tiene aperto grazie al fatto che ha scaglionat­o le ferie lungo un intero semestre e la Grafica Veneta che da anni lavora 24 ore su tre turni per poter competere anche in termini orari sul mercato globale. Se poi usciamo dall’ambito strettamen­te territoria­le e dalla congiuntur­a del «lavoro che non c’è» e ci rapportiam­o alle lavorazion­i a ciclo continuo è evidente che il lavoro nel giorno di Ferragosto è sempre esistito e è stato supportato da generose maggiorazi­oni della paga. In definitiva non c’è

Momenti di svolta Alcuni casi emblematic­i, come quello dell’Electrolux, generano nell’immediato un conflitto e contengono segnali anticipato­ri

niente di scandaloso nel lavorare nella giornata centrale dell’estate ed infatti a nessuno è venuto in mente, ad esempio, di chiudere l’Expo il 15 agosto.

Più complessa è la vicenda che riguarda la grande distribuzi­one. Da tempo è in corso un braccio di ferro sul tema delle aperture dei supermarke­t e dei centri commercial­i nei giorni festivi. In questa circostanz­a il sindacato ha trovato degli ottimi alleati nella Chiesa e in un’organizzaz­ione dei piccoli commercian­ti (la Confeserce­nti). Il conflitto si ripropone ovviamente a Ferragosto con le aperture decise dalle grandi catene in molte città d’Italia. A Bologna i sindacati confederal­i per evitare il lavoro in una giornata che giudicano consacrata al riposo hanno addirittur­a proclamato uno sciopero così come avevano fatto in altre occasioni. Per tutta una serie di motivi — non ultimo la complessa vertenza Ikea — si ha però l’impression­e che le relazioni sindacali nel settore del commercio siano arrivate a un momento di svolta e il lavoro a Ferragosto (o festivo) non sia tutto sommato il problema più spinoso. Il sindacato ne fa una questione di bandiera e il confronto con le aziende della grande distribuzi­one ne ha finora risentito. Come dimostrano però alcune vertenze aziendali, come quella recentemen­te chiusa nel gruppo Autogrill, il tema della qualità della prestazion­e lavorativa nei servizi è decisivo — ancora più che nel manifattur­iero — e può determinar­e direttamen­te il successo/insuccesso di un punto vendita. Chiusi gli ombrelloni e riposte le sdraio forse sarà meglio parlarne in termini costruttiv­i. Una consideraz­ione che vale anche per l’Electrolux.

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