E per Ferragosto (quasi) tutto aperto
Scenari in movimento Il tema della qualità della prestazione lavorativa nei servizi è decisivo — ancor più che nel manifatturiero — e può determinare il successo o l’insuccesso di un punto vendita. Sarà meglio parlarne in termini costruttivi
La Electrolux per far fronte a quello che giudica un improvviso picco di domanda di frigoriferi fa il diavolo a quattro per organizzare la produzione anche a Ferragosto. Ci riuscirà?
Mentre ci accapigliamo sui dati Istat e/o Inps per tentare di capire se le strategie per l’occupazione stiano dando o meno segni di efficacia irrompe all’attenzione dell’opinione pubblica il tema del lavoro a Ferragosto. Di primo acchito potrebbe apparire come un paradosso sintetizzabile così: di lavoro ce n’è poco per tanti e tanto per pochi. Più semplicemente si tratta di alcuni casi emblematici che vanno però esaminati con cura non solo perché generano nell’immediato un conflitto ma soprattutto perché contengono segnali anticipatori di ciò che verrà. Ovvero di un’economia più nervosa, meno prevedibile e piena di contraddizioni.
Il caso-principe ci porta alla Electrolux di Susegana (Treviso), azienda che per far fronte a quello che giudica un improvviso picco di domanda di frigoriferi sta facendo il diavolo a quattro per organizzare la produzione anche nel giorno di Ferragosto. Dall’impegno che la multinazionale svedese sta spendendo per riuscire, anche parzialmente, nell’obiettivo si ha la fondata impressione che non si voglia solo evitare di rallentare la produzione ma in qualche maniera si stia discutendo di potere. Già qualche mese fa l’azienda aveva rivendicato e applicato quello che ritiene un suo diritto ovvero comunicare direttamente con i lavoratori saltando la mediazione sindacale. In quel caso si trattava di rendere edotti operai e impiegati delle strategie produttive di medio periodo, in questo caso si è arrivati a telefonare a casa alle tute blu per ingaggiarle una ad una per il sabato lavorativo di Ferragosto. L’azienda sembra aver fatto centro, solo domani sapremo però quanti operai si saranno effettivamente presentati ai tornelli e quanti frigoriferi Cairo ad incasso l’Electrolux avrà recuperato nel giorno dell’Assunta. Di sicuro la forzatura ha deteriorato i rapporti sindacali e per ritorsione i rappresentanti di Fiom-Fim- Uilm minacciano di far saltare l’intero accordo che regola gli straordinari.
Al di là di Susegana, di straordinari nei sabato d’agosto le cronache del Corriere del Veneto hanno riferito ampiamente in questi giorni, ed è difficile persino star dietro all’elenco delle aziende nordestine che per far fronte a importanti commesse di mercato hanno ampliato l’orario di lavoro. Due casi vale la pena comunque di rammentare: quello della Arredo Plast che ad agosto tiene aperto grazie al fatto che ha scaglionato le ferie lungo un intero semestre e la Grafica Veneta che da anni lavora 24 ore su tre turni per poter competere anche in termini orari sul mercato globale. Se poi usciamo dall’ambito strettamente territoriale e dalla congiuntura del «lavoro che non c’è» e ci rapportiamo alle lavorazioni a ciclo continuo è evidente che il lavoro nel giorno di Ferragosto è sempre esistito e è stato supportato da generose maggiorazioni della paga. In definitiva non c’è
Momenti di svolta Alcuni casi emblematici, come quello dell’Electrolux, generano nell’immediato un conflitto e contengono segnali anticipatori
niente di scandaloso nel lavorare nella giornata centrale dell’estate ed infatti a nessuno è venuto in mente, ad esempio, di chiudere l’Expo il 15 agosto.
Più complessa è la vicenda che riguarda la grande distribuzione. Da tempo è in corso un braccio di ferro sul tema delle aperture dei supermarket e dei centri commerciali nei giorni festivi. In questa circostanza il sindacato ha trovato degli ottimi alleati nella Chiesa e in un’organizzazione dei piccoli commercianti (la Confesercenti). Il conflitto si ripropone ovviamente a Ferragosto con le aperture decise dalle grandi catene in molte città d’Italia. A Bologna i sindacati confederali per evitare il lavoro in una giornata che giudicano consacrata al riposo hanno addirittura proclamato uno sciopero così come avevano fatto in altre occasioni. Per tutta una serie di motivi — non ultimo la complessa vertenza Ikea — si ha però l’impressione che le relazioni sindacali nel settore del commercio siano arrivate a un momento di svolta e il lavoro a Ferragosto (o festivo) non sia tutto sommato il problema più spinoso. Il sindacato ne fa una questione di bandiera e il confronto con le aziende della grande distribuzione ne ha finora risentito. Come dimostrano però alcune vertenze aziendali, come quella recentemente chiusa nel gruppo Autogrill, il tema della qualità della prestazione lavorativa nei servizi è decisivo — ancora più che nel manifatturiero — e può determinare direttamente il successo/insuccesso di un punto vendita. Chiusi gli ombrelloni e riposte le sdraio forse sarà meglio parlarne in termini costruttivi. Una considerazione che vale anche per l’Electrolux.