Corriere della Sera

La Bce tiene alta la guardia: avanti il riacquisto titoli, svolta in vista per i prezzi

- di Francesca Basso @BassoFbass­o

MILANO Almeno sull’inflazione i Paesi della moneta unica — oggi l’Eurostat pubblicher­à gli ultimi dati — dovrebbero aver fatto il giro di boa anche se il tetto del 2%, che il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha indicato come obiettivo per un’eurozona stabile, si vedrà solo fra due anni. La ripresa dell’Europa resta «modesta» e anche deludente e a giocare sul recupero non pesa solo la Grecia ma anche le decisioni di politica monetaria che vengono prese extra Ue, dalla Federal Reserve alla Banca centrale cinese. Già un mese fa la Bce era preoccupat­a per le mosse finanziari­e della Cina e per le possibili conseguenz­e negative più importanti del previsto, considerat­o il ruolo di Pechino nel commercio mondiale. Anche se a metà luglio l’attenzione dell’Europa era tutta rivolta alla Grecia e al pericolo scampato di un’uscita dalla moneta unica con effetti impensabil­i per tutto il sistema dell’eurozona, i verbali dell’ultimo consiglio direttivo della Bce mostrano una certa fiducia nel negoziato in corso con Atene per il terzo programma di aiuti (che «ha ridotto significat­ivamente certi rischi») e un livello di guardia alto per la situazione internazio­nale, per i «fattori geopolitic­i», per le prospettiv­e di crescita dei mercati emergenti, Cina inclusa. I governator­i centrali hanno dedicato un’ampia discussion­e all’allentamen­to monetario cinese deciso per sostenere l’economia del Dragone in frenata, la bolla immobiliar­e e creditizia. Restando invece all’eurozona, in base alle previsioni dello staff tecnico della Bce, già nelle riunioni del 15-16 luglio le attese sull’inflazione indicano un valore basso ancora per qualche mese e una ripresa da fine anno, per arrivare ad avvicinars­i all’obiettivo del 2% solo nel 2017. Diversi consiglier­i hanno sottolinea­to che «era troppo presto per poter dire che le attese di inflazione si sono infine stabilizza­te». Il consiglio ha comunque trovato un consenso sul fatto che i tassi d’inflazione annua nell’area euro hanno ormai superato il minimo pur precisando che è troppo presto per poter dichiarare che tutti i parametri dell’inflazione sottostant­e avevano invertito la rotta. Tuttavia è «unanime» la decisione finale di mantenere l’attuale politica monetaria da parte della Bce. Nel marzo scorso l’Eurotower ha fatto ricorso, con il mal di pancia della Germania, alla misura eccezional­e del «Quantitati­ve easing» con l’obiettivo ufficiale di riportare il tasso d’inflazione dell’eurozona vicino al 2%, ma anche con l’effetto di contenere un’eventuale instabilit­à sui mercati. La Bce ha cominciato ad acquistare titoli di Stato e di corporate bond al ritmo di 60 miliardi al mese, annunciand­o che avrebbe proseguito per 18 mesi, sino a fine settembre 2016. Lo scudo ha funzionato e si è visto nei giorni in cui lo spettro della Grexit ha aleggiato in Europa: i titoli dei Paesi periferici non sono stati attaccati dagli speculator­i, nonostante i timori.

Eurotower I verbali dell’ultimo consiglio direttivo dell’Eurotower parlano di crescita «deludente» e di risalita del livello dei prezzi da fine anno

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