Corriere della Sera

Ora Renzi vuole andare alla conta

L’idea di verificare i numeri a settembre. Ermini: nessun dialogo con FI sulla giustizia Il premier ieri a sorpresa a una festa pd in Emilia, martedì sarà all’Expo con Merkel

- Marco Galluzzo

Ormai dà la sua minoranza per persa, ha messo in conto la rottura, è convinto che la battaglia sia tutta politica e il merito della riforma istituzion­ale non c’entri nulla: «Se noi volessimo un Senato elettivo, la minoranza chiederebb­e il contrario di quello che chiede oggi», riassumono nello staff del presidente del Consiglio.

Se questa è la situazione la partita che probabilme­nte giocherà il capo del governo a settembre sarà la stessa dei mesi scorsi: verificare in Aula i numeri della sua maggioranz­a, «andare a vedere» come si dice nel gergo dei giocatori di poker; riassumend­o con la sintesi di molti renziani, «andremo alla conta».

La posizione di Renzi del resto padiglione cinese.

A chi ha avuto modo di parlargli negli ultimi giorni Renzi ha detto chiarament­e la sua posizione non cambia: sulla riforma del Senato, a settembre, come già accaduto con la legge elettorale, con la riforma della scuola e con il Jobs act, si verificher­à in Aula se la maggioranz­a ha i numeri, al netto di scambi, trattative, offerte politiche di cui si discute in questi giorni. Per lui la riforma costituzio­nale è la cifra della legislatur­a, è convinto che alla fine una maggioranz­a si troverà e che Berlusconi abbia tutto l’interesse a ritornare a essere parte del processo di riforma delle istituzion­i.

Al netto dell’articolo 2, sull’elettività indiretta dei senatori, del resto la posizione di Renzi è di assoluta apertura sul merito: «La riforma si può migliorare in molti punti e siamo aperti al confronto con tutti, ma non sugli argomenti che hanno già ricevuto una doppia votazione conforme», è la sua posizione, con un riferiment­o proprio al punto che la minoranza dem vorrebbe modificare. È anche in questa cornice che vengono smentite trattative di sorta con FI: «Per il ruolo che ho posso assicurare che non ci sono trattative sulla giustizia di nessun genere», dice David Ermini, responsabi­le Giustizia del Pd, dopo le indiscrezi­oni sulla volontà di Forza Italia di legare riforma del Senato alla riforma della giustizia. «Le intercetta­zioni non si toccano e per quanto riguarda il resto abbiamo approvato un sacco di cose. Se la riforma del processo penale si è arrestata è stato solo per arginare l’ostruzioni­smo del M5S. Non c’è materia per alcuna trattativa tanto meno legata alle riforme», ribadisce Ermini. Da registrare che ieri è stato nominato vicesegret­ario generale di Palazzo Chigi Salvo Nastasi, già direttore generale del ministero dei Beni culturali.

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