Ora Renzi vuole andare alla conta
L’idea di verificare i numeri a settembre. Ermini: nessun dialogo con FI sulla giustizia Il premier ieri a sorpresa a una festa pd in Emilia, martedì sarà all’Expo con Merkel
Ormai dà la sua minoranza per persa, ha messo in conto la rottura, è convinto che la battaglia sia tutta politica e il merito della riforma istituzionale non c’entri nulla: «Se noi volessimo un Senato elettivo, la minoranza chiederebbe il contrario di quello che chiede oggi», riassumono nello staff del presidente del Consiglio.
Se questa è la situazione la partita che probabilmente giocherà il capo del governo a settembre sarà la stessa dei mesi scorsi: verificare in Aula i numeri della sua maggioranza, «andare a vedere» come si dice nel gergo dei giocatori di poker; riassumendo con la sintesi di molti renziani, «andremo alla conta».
La posizione di Renzi del resto padiglione cinese.
A chi ha avuto modo di parlargli negli ultimi giorni Renzi ha detto chiaramente la sua posizione non cambia: sulla riforma del Senato, a settembre, come già accaduto con la legge elettorale, con la riforma della scuola e con il Jobs act, si verificherà in Aula se la maggioranza ha i numeri, al netto di scambi, trattative, offerte politiche di cui si discute in questi giorni. Per lui la riforma costituzionale è la cifra della legislatura, è convinto che alla fine una maggioranza si troverà e che Berlusconi abbia tutto l’interesse a ritornare a essere parte del processo di riforma delle istituzioni.
Al netto dell’articolo 2, sull’elettività indiretta dei senatori, del resto la posizione di Renzi è di assoluta apertura sul merito: «La riforma si può migliorare in molti punti e siamo aperti al confronto con tutti, ma non sugli argomenti che hanno già ricevuto una doppia votazione conforme», è la sua posizione, con un riferimento proprio al punto che la minoranza dem vorrebbe modificare. È anche in questa cornice che vengono smentite trattative di sorta con FI: «Per il ruolo che ho posso assicurare che non ci sono trattative sulla giustizia di nessun genere», dice David Ermini, responsabile Giustizia del Pd, dopo le indiscrezioni sulla volontà di Forza Italia di legare riforma del Senato alla riforma della giustizia. «Le intercettazioni non si toccano e per quanto riguarda il resto abbiamo approvato un sacco di cose. Se la riforma del processo penale si è arrestata è stato solo per arginare l’ostruzionismo del M5S. Non c’è materia per alcuna trattativa tanto meno legata alle riforme», ribadisce Ermini. Da registrare che ieri è stato nominato vicesegretario generale di Palazzo Chigi Salvo Nastasi, già direttore generale del ministero dei Beni culturali.