ASPETTARE UN FIGLIO È LA STORIA PIÙ VERA
La maternità di Silvia Avallone nella «Lettura» da oggi in edicola Affetti e radici (ma anche libri) negli scatti dei lettori per raccontare #unacosabella
#unacosabella leggere anche così #unacosa bella è perdere 1o minuti in ufficio il 14/08 per scrivere New York su quello che sarà il diario del viaggio
Mia nonna che sorride nonostante la malattia questa si che è #unacosabella #unacosabella andare, serenamente, incontro al futuro
Piedini. Manine che spuntano dalle coperte. Mani intrecciate. Braccia che si cercano. La bellezza, per i nostri lettori, è soprattutto amore. Ce lo dicono sui social network: all’hashtag #unacosabella, lanciato ieri, che chiedeva quale fosse l’immagine della bellezza oggi, la risposta è stata un diluvio di foto personali, affettive, come se il Ferragosto, per gli italiani, fosse prima di tutto una riscoperta delle radici.
Un filo viscerale che ci porta dritti in edicola, dove oggi si trova in via eccezionale il nuovo numero della Lettura, il supplemento culturale (in vendita facoltativa a 50 centesimi per tutta la settimana, mentre oggi rimane l’abbinata del Corriere della Sera e Io Donna a 2 euro): qui un intenso articolo di Silvia Avallone ci guida nel cuore segreto della maternità. Dove la paura, la gioia, l’attesa e l’inconoscibile formano un composto emotivo spiazzante, tale da travolgere ogni altro tipo di finzione, anche letteraria. E quindi la domanda che affiora è: i libri (anche quelli di autrici molto famose) raccontano bene l’attesa di un figlio? Oppure la gravidanza è un’esperienza molto più impetuosa delle parole?
E l’affetto filiale è stato uno dei temi più ricorrenti nelle foto dei lettori. Ma c’è anche chi vede nella bellezza l’occasione per leggere. Come @paolelmelo, che ha inviato la sua foto in piscina con un libro. Certo, su la Lettura è tanto lo spazio per i libri: dall’articolo di Beppe Severgnini sui testi che migliorano l’umore a uno scontro titanico tra due grandi della letteratura italiana, che non sveliamo — ma il finale è sorprendente.
Eppure, per molti #unacosabella è viaggiare, partire, spogliarsi delle abitudini. Per dire, @mrcgst ha mandato l’immagine di un cartello stradale singolare, con le indicazioni delle distanze, in chilometri, di città molto belle, accompagnandola con la scritta «#unacosabella è vedere dove il mondo finisce». Sulla Lettura in edicola se ne parla in tanti modi: dalle app che aiutano a «ripulire» la psiche fino a un articolo sulla storia dell’ansia, dall’Illuminismo a oggi.
Certo, l’insistenza sui sentimenti sorprende: ma Twitter non era una sorta di covo dei cinici? Evidentemente la bellezza, nella sua natura più intima, coincide davvero con qualcosa di buono, in senso etico. E così per un economista in genere dalla battuta affilata come Riccardo Puglisi, @ricpuglisi, #unacosabella è «la prima volta che un bambino dice una cosa ironica». E, tanto per passare dall’etica all’estetica (con qualche rimando kantiano), @fchiusaroli tira in ballo i tramonti, ma senza retorica, anzi, con intelligenza geografica, di una che, magari, abita in una città sull’Adriatico ed è in vacanza da tutt’altra parte: «#unacosabella è il tramonto sul mare per chi, sul mare, è abituato a vedere il sole che sorge».
Infine, così come la Lettura legge l’attualità con lo sguardo culturale, così anche alcuni post che ci sono arrivati sono uno specchio della realtà sociale ed economica. @ChrFerrucci manda l’immagine di un borgo incantevole e confessa: «Tornare a vivere a Vicopisano (Pisa), dopo tre anni di lavoro all’estero #unacosabella, anzi bellissima!». Evviva. Di più: #vivalaLettura.