Corriere della Sera

Nel film anche Pierce Brosnan

-

«Il conflitto tra gli Stati Uniti e il Sudest asiatico è sempre in atto». A parlare non è un generale americano, ma l’attore Owen Wilson, 46 anni: il suo ultimo film, No Escape - Colpo di Stato, racconta di una famiglia americana che si trova in una terra lontana — un non meglio precisato Paese del Sudest asiatico, appunto — in balia di un’estrema violenza e di un attentato terroristi­co.

Quasi una profezia inconsapev­ole (il film è già pronto e uscirà in Italia il 10 settembre, distribuit­o da M2 Pictures) della recente strage di Bangkok; No Escape, già durante la lavorazion­e e dopo il lancio del primo trailer, era stato preventiva­mente bandito in Cambogia per le riprese in cui bande di asiatici armati sino ai denti uccidono nelle strade e in un albergo ogni straniero che incontrano, lanciando bombe e proclamand­o il loro odio per gli americani.

E il conflitto tra Usa e Sudest asiatico che nelle parole di Wilson sembra un eterno Vietnam « è stato affrontato in molti film, da Apocalypse Now in poi», continua l’attore, che in No Escape è Jack Dwyer, un uomo d’affari trasferito in Asia per lavoro; e che, travolto da un’esplosione di bombe e bande armate che sparano a vista sugli stranieri, fa di tutto per salvare gli affetti della sua vita. Tra cui la moglie, interpreta­ta dall’attrice e regista Lake Bell, 35 anni — che alla premiere di lunedì ha sottolinea­to l’attualità del film, «girato in gran parte in Thailandia, con immagini identiche a quelle dell’eccidio di Bangkok».

In No Escape Wilson cambia registro: ruolo drammatico, film tra l’azione e il thriller, per un commediant­e che è il più scelto nei film di Wes Anderson e Ben Stiller (con il quale ha appena terminato a Roma Zoolander 2), voluto da Woody Allen per il suo Midnight in Paris e Peter Bogdanovic­h per la sua commedia Tutto può accadere a Broadway.

No Escape, invece — definito dalle prime recensioni «un thriller intenso e coinvolgen­te» — è anche «un viaggio tragico in una guerra, in tante guerre. Che ci sembrano lontane ma in prima linea diventano cronache di conflitti, di incubi,

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy