LE FORZATURE (E LE GIRAVOLTE) DI UN PREMIER
Il premier greco ha fretta di rafforzare la maggioranza prima che l’austerità cominci a mordere.
La drammatica telenovela politicoeconomica con epicentri ad Atene, Francoforte e Berlino (basta chiamarla tragedia greca, la portata è più ampia) è arrivata a un nuovo snodo narrativo. Previsto da due mesi, dai giorni del referendum. Il premier Alexis Tsipras si è dimesso per andare, come voleva, al voto il 20 settembre. Nel cast è stato introdotto — in questa storia non ci si spera mai — un raro personaggio femminile. Secondo la legge, se il primo ministro se ne va, fino a nuove elezioni l’incarico deve essere ricoperto ad interim dal presidente della Corte suprema. L’attuale presidente della Corte suprema è una donna. Perciò, per un mese, Vassiliki Thanou-Christophilou sarà la prima Prima ministra femmina della democrazia più antica del mondo. Thanou ha 65 anni, fa il magistrato da quando ne aveva 25, è stata presidente di Corte d’appello. Come tutti i colti e benestanti dei Paesi disgraziati ha una specializzazione all’estero (Parigi, Sorbona); come quasi tutte le signore greche di un certo livello sfoggia una tinta paglierina nota ai turisti assidui come Biondo Atene, che stava bene a Melina Mercouri e poi mai più. Ma non è
questo che conta. Intristisce pensare che ancora oggi, quando emerge una classe politica, di giovani, pure progressisti, le femmine sono quasi sempre marginali nella banda fondante, quella che prende il potere e decide. Vengono cooptate per fare quota, incluse per meriti estetici, cose così. All’inizio di quest’anno, quando nei Paesi del Club Med molti sono stati contenti per la vittoria di Tsipras e magari hanno un po’ sperato, qualcuna ha notato che nel suo governo non c’era una ministra femmina. Al massimo la presidente della Camera, la quarantenne Zoe Konstantopoulou; nemica di Tsipras dentro Syriza, sua arcinemica dopo il referendum. Niente di emozionante, poco da raccontare per ispirare le bambine. Ora, per la prima volta, in Grecia ci sarà una frontwoman che non è moglie di un re/premier, o donna di spettacolo. Durerà poco ma interrompe una linea di maschi dai tempi di Pericle. Se un prossimo governo — Tsipras? — farà di meglio, adesso, si vedrà.