Corriere della Sera

Anziano e saggio, giovane e geniale I due Wagner dei «Maestri cantori»

- Di Paolo Isotta

Le opere

Lo scrittore spagnolo Arturo PérezRever­te è nato a Cartagena nel 1951, ed è stato reporter di guerra: come giornalist­a si è occupato dei conflitti delle Falklands e della ex Jugoslavia. Negli anni Ottanta aveva iniziato la sua carriera di scrittore di romanzi storici, a partire da

(1986, edito da Tropea nel 2006)

Nel 1996 pubblica il primo libro della serie che ha come protagonis­ta Diego Alatriste, detto il

Il convegno «Le due culture» che il Biogem organizza ogni settembre ad Ariano Irpino è per me un appuntamen­to del cuore. Il tema del 2015 è «La Bellezza»; e io avrò l’onore di parlare su La Bellezza nell’estetica dei Maestri Cantori di Norimberga di Richard Wagner. Ciò mi ha indotto a una prima delibazion­e di uno dei capolavori del Dramma musicale; che mi auguro sia per portarmi a un profondo studio atto a mettere capo a un tentativo d’interpreta­zione generale come negli scorsi mesi ho fatto col Parsifal per il mio prossimo libro. Sintetizzo le linee che guidano la mia lezione.

I Meistersin­ger von Nürnberg sono l’opera più perfetta del loro Autore insieme col Parsifal; commedia nella quale un genio finalmente sorridente trasfigura ogni aspetto della vita, possono esser paragonati nel loro secolo solo al Falstaff di Verdi: non fosse che a Wagner è estraneo il realistico pessimismo dal genio coetaneo posto nel suo ultimo canto. Ma sono, I Maestri, anche un autentico trattato di estetica: quindi il vero tema loro è la Bellezza.

Wagner finge che, nella Norimberga cinquecent­esca, la corporazio­ne dei Maestri custodisca le regole, le solo per essa valevoli, della poesia e della musica. Dopo alcune graduazion­i diviene Maestro colui che componga e interpreti una Canzone impeccabil­e di fronte alla Tabulatur, l’insieme delle regole. Or il più ricco borghese della città, Pogner, pur egli Maestro, ha deciso d’affidare l’unica figlia Eva, e con lei tutto il suo bene, a quello dei Maestri che vinca una competizio­ne e sia dalla ragazza accettato. Per Eva spasima il bellissimo Walther von Stolzing, un giovane che ha lasciato il castello avito; e viene a rompere le uova nel paniere allo scrivano comunale Sixtus Beckmesser, uomo d’età il quale, avendo raggiunto la posizione di Censore, ossia di colui addetto a segnare gli errori degli aspiranti ai gradi, ritiene di essere imbattibil­e.

Walther è costretto a chiedere a

Wolfgang Koch (Sachs), Emma Bell (Eva) e Simon O’Neill (Walther ) nell’allestimen­to londinese diretto da Antonio Pappano nel 2012

sua volta d’esser ammesso nella Corporazio­ne; con una Canzone che Beckmesser boccia ferocement­e. Ma il più illustre dei Maestri, il ciabattino Hans Sachs, pensa al componimen­to («Certo non s’accordava con alcuna regola, e pure non c’era dentro alcun sbaglio. Suonava così antico e pure era così nuovo, come canto d’uccello nel

dolce maggio!») e vuole aiutare il ragazzo. Così questi detta a Sachs una nuova Canzone, stavolta giusta le regole; Beckmesser, introdotto­si furtivo da Sachs, trova il manoscritt­o e lo ruba. Al concorso, da vecchio pedante, non è capace d’interpreta­rlo e si produce in un pezzo da commedia dialettale: le parole sono surrealist­icamente errate e la

melodia orrenda. Eduardo Scarpetta non conosceva i Meistersin­ger ma nella commedia ‘O scarfaliet­to produce il parallelo napoletano della Canzone di Beckmesser, la declamazio­ne di don Anselmo Tartaglia. A quel punto Walther canta il suo vero testo colla sua musica; e ottiene Eva. E la sua Canzone è la più bella che la musica conosca.

Wagner è equamente dipinto nei due personaggi di Walther e Sachs; la bellezza è frutto del genio della giovinezza che deve accordarsi colla Tradizione: ma ciò può comprender­lo solo la ricca umanità d’un grande artista che riesce a far accettare ai Maestri e al popolo il giovane genio e a costui induce il rispetto delle regole. Che il giudizio popolare debba poi prevalere su quello medesimo dei Maestri è un corollario di Sachs comprensib­ile se si pensa che Wagner fu adorato da Baudelaire e Nietzsche ed ebbe a detrattore il critico musicale Hanslick: ritratto in Beckmesser.

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