Le campionesse (anche) di stile tra fiocchi e fiori
Alleragazze del Mondiale di atletica piace non passare inosservate. Dalla testa. Cerchietti, fiocchi, fiori finti, foulard (nella foto la giamaicana Elaine Thompson). Tinte originali, tinte per niente riuscite, tinte. È l’atletica moderna e globalizzata, sembra la discoteca del sabato sera. La festa è qui, dentro il Nido di Pechino, lo stadio olimpico dei Giochi 2008.
Alle ragazze del Mondiale piace non passare inosservate. Dalla testa. Cerchietti, fiocchi, fiori finti, foulard. Tinte originali, tinte per niente riuscite, tinte. Non avrai altra extension al di fuori di me.
Scordatevi le donne- maschiaccio dell’ex Ddr, le americane acqua e sapone appena uscite dal college, il sobrio understatement di nostra signora dell’alto Sara Simeoni, in auge nei ruggenti anni Ottanta quando poche si depilavano le ascelle (nel 2015 sono levigati e lucidi come cera anche gli uomini) e la tuta era unisex: nessuno aveva ancora pensato di disegnarla sulle forme femminili.
È l’atletica moderna e globalizzata, sembra la discoteca del sabato sera. La festa è qui, dentro il Nido di Pechino, lo stadio olimpico dei Giochi 2008 trasformato in discoteca per 50 mila dal deejay alla consolle. A ballare, correre, lanciare e saltare si va con gli accessori giusti e the look of the year, studiato mesi prima. In Giamaica, l’isola del reggae e della velocità, sono tornati di moda gli yippies, mettete fiori nelle vostre chiome: margherite gialle per Shelly Ann Fraser, Bolt al femminile in versione mignon, e Elaine Thompson. La finale dei 100 metri è stata il trionfo del coiffeur. Le treccine verdi flou della Fraser, i dreadlocks rossi da rasta e i tatuaggi di Michelle Ahye, da Trinidad e Tobago con furore, lo
chatouche fallito della nigeriana Blessing Okagbare. Bocciato il copricapo bianco di spugna della cubana Yarisley Silva, oro nell’asta, più adatto dopo la doccia che per festeggiare un trionfo. La risposta degli Usa non si è fatta attendere. United States of rossetto. Viola, giallo, verde, nero. In blu elettrico, Brianna Rollins non è riuscita a salire sul podio dei 100 ostacoli. Però il fiocco verde da uovo di Pasqua e gli occhialoni da nerd hanno portato fortuna a Shamier Little, giovane (20 anni) argento made in Usa nei 400 hs.
Oltre i capelli, c’è di più. Le unghie. Viste di tutti i colori dell’iride, con i brillantini e le strisce della bandiera (azzurre della marcia, Giorgi e Palmisano, incluse), ricostruite, con gel e french. Mai, dicesi mai, al naturale. Famolo strano. Piacciono il look da Sioux con nastro girocollo alto e stretto (le giamaicane Shericka Jackson e Danielle Williams, l’inglese Tiffany Porter) e le collanine, anche per uomo: Bolt e Gatlin, i rivali dello sprint, in testa.
Se la divisa è quella del Paese, con le spike, le scarpette da corsa con i chiodi sotto la suola, ci si può sbizzarrire. Alle big, gli sponsor le fanno su misura. Si indossano senza calze. Così dopo il traguardo, con il cuore in tumulto e i piedi nudi, le ragazze al ballo del Mondiale possono esibire in diretta tv medaglia e pedicure.
Come in discoteca Tra treccine verdi e dreadlocks rossi, la finale dei 100 è stata il trionfo del coiffeur